Azimut, Martini: ecco la nostra evoluzione

L’AGENDA DI AZIMUT – Questo weekend, con le Reunion, riprendono ufficialmente dopo la pausa estiva i lavori per i tanti consulenti del gruppo Azimut. Facciamo un bilancio di questi primi otto mesi dell’anno con Paolo Martini, direttore commerciale di Azimut.

Oltre 1,9 miliardi di raccolta totale nel primi otto mesi del 2013 e uno sviluppo internazionale che continua spedito, di oggi l’annuncio dell’accordo in Brasile (qui la notizia). Come commenta questi risultati?
Se siamo oggi la trentaduesima azienda in Italia per capitalizzazione, abbiamo superato i 21,5 miliardi di asset complessivo, il nostro titolo è stato il migliore nel 2012 ed è tra i primi tre quest’anno, non è certo perché siamo solo fortunati. La nostra indipendenza è il nostro dna e non dobbiamo mai dimenticarlo.

C’è chi vi considera ancora molto fermi sulle vostre posizioni, come per esempio un’eccessiva focalizzazione sui prodotti di casa. Voi cosa rispondete?
Rispondiamo che non sono aggiornati. Negli ultimi anni il nostro modello è profondamente evoluto senza snaturare quelli che sono i nostri valori. Lato gestione, siamo passati da una realtà monomanager quasi esclusivamente orientata alla gestione di qualità di fondi comuni principalmente equity a una realtà internazionale che fa dell’innovazione il suo credo e che conta oggi oltre 100 prodotti gestiti o sotto advisory anche da alcune delle principali piazze finanziarie di Paesi in via di sviluppo e nei principali centri europei. Inoltre abbiamo 20 accordi di distribuzione con asset manager mondiali con oltre 4 miliardi di masse complessive investite in fondi di terzi. Lato distribuzione, invece, abbiamo ampliato il numero delle nostre reti concentrandoci su professionisti di qualità.

Com’è mutato, quindi, il vostro business model in questi anni? 
Soprattutto negli ultimi tre anni siamo usciti da una logica abbastanza incentrata su noi stessi, che ha portato per decenni a risultati straordinari, e ci siamo aperti al mondo valorizzando alcune delle nostre caratteristiche, tra cui la velocità e la flessibilità. Grazie al nostro modello snello possiamo sviluppare prodotti e servizi in tempi che gli altri difficilmente riescono a seguire.

Tutte queste reti e questi progetti non creano confusione sul mercato? Ne inventate una ogni sei mesi?
E magari non abbiamo finito qui. Il nostro è un business fatto di persone, il resto è contorno e tutti noi, se siamo capaci, amiamo esprimere il nostro valore senza vincoli e senza se e ma. Soprattutto in quest’ottica nasce il nostro concetto di multirete e multidivisione, con alla base però un progetto di sviluppo organico ben definito e un’intensa attività di coordinamento nella holding dove sono concentrate tutte le funzioni di supporto alle reti. Siamo  un “Incubator” di progetti innovativi sul mercato e i nostri numeri, non le chiacchiere, dimostrano che siamo sulla strada giusta.

Come stanno andando i diversi progetti lato reti?
Nel complesso bene con una raccolta record e 85 ingressi da inizio anno anche se ci aspettiamo di più perché oggi siamo nelle condizioni ottimali per crescere. Chi più chi meno, stanno seguendo la sviluppo organico che ci eravamo prefissati e i numeri di raccolta netta da inizio anno con oltre 1,9 miliardi di euro, lo dimostrano. Azimut Consulenza, la rete storica del Gruppo, vede oggi una grande attivazione da parte di molti anche grazie alla nuova struttura organizzativa e al ricambio manageriale in rete. Az Investimenti continua nel suo percorso di  crescita con focus su progetti manageriali basati su Business Unit autonome come dimostrano i dati di raccolta netta pro capite per pf tra i più alti del settore. Apogeo ha superato i 120 colleghi e anche grazie al nuovo co-a.d., Gianfranco Dentella, che si affianca ad Aldo Messa, siamo confidenti che accelererà il suo percorso di crescita.

Parlando invece della sua “creatura”, come sta andando la divisione Azimut Wealth Management?

In poco più di tre anni si è passati da 1,2 a 4 miliardi di asset complessivi in gestione e da 40 professionisti a 120 di cui moltissimi, circa 50, provenienti dal reclutamento dalle miglior realtà Private nazionali e internazionali. Quest’anno la raccolta netta gestita nei primi 8 mesi è stata di 660 milioni di euro.  I risultati sono in linea con l’ambizioso piano industriale che prevedeva di arrivare a 5 miliardi a fine 2014. Azimut WM è un progetto che tanti stanno cercando di imitare. Abbiamo un modello ad architettura aperta di prodotti e servizi che non vuole vincolare i professionisti dentro a rigidi schemi ma si adatta al loro modo di lavorare. Inoltre c’è oggi un gruppo di professionisti altamente qualificati ha disposizione di tutti i clienti top del Gruppo, che si occupano dei servizi dal più elevato valore aggiunto che fanno la differenza sul mercato in termini di valore dato ai clienti.

Cosa ci dice invece della nuova divisione Azimut Global Advisory?
È coordinata da due professionisti, Alberto e Alessandro Parentini, caratterizzati dal giusto mix di esperienza e motivazione. Il progetto è partito da pochi mesi ma conta già una base solida di persone che si sta rapidamente allargando grazie ad un’intensa attività di reclutamento, con 10 nuovi colleghi entrati negli ultimi mesi. La tecnologia e la consulenza a pagamento sono due dei principali driver di crescita del progetto che nutre forte ambizione e voglia di distinguersi. Nei prossimi mesi vedremo implementare concretamente tutte le novità che caratterizzano questa nuova sfida del gruppo Azimut.

E la questione “banca”?
Abbiamo rafforzato in modo deciso le nostre partnership bancarie in una logica di full outsourcing con forte integrazione con il mondo Azimut. Abbiamo quasi un cliente su due “bancarizzato”, oltre 50.000 clienti con il Banco Popolare e 15.000 con CheBanca!. Negli ultimi tempi abbiamo accelerato l’apertura di sportelli bancari all’interno delle nostre agenzie e sviluppato una nuova partnership con Ubs per i finanziamenti e l’attività di amministrato sulla fascia alta di banker. I nostri clienti hanno tutti gli strumenti di pagamento con il doppio logo e si interfacciano solo con i nostri promotori e banker.

Dove dovete migliorare?
Come in ogni realtà, ci sono sicuramente delle cose da sistemare, sarebbe preoccupante il contrario. Nel nostro caso, ad esempio, stiamo completando tutta la piattaforma IT e operativa. Con la nuova piattaforma faremo sparire la carta (in ogni sua forma) e avremo a disposizione un nuovo mondo più moderno, stabile e modulare. Un altro aspetto che occorre presidiare bene riguarda la gestione ottimale di tutte le novità di cui abbiamo parlato e di altre che vedremo nei prossimi mesi con il loro inserimento nel “vissuto” Azimut, rispettandone i valori.

Mi spiega meglio questo ultimo concetto?
Un’azienda per restare sul mercato per anni e ottenere risultati deve avere dei valori forti. Noi vogliamo esserci da protagonisti assoluti ancora per decenni. Per questo abbiamo il massimo rispetto del passato ma siamo fortemente orientati al futuro. Dobbiamo essere in grado di seguire l’innovazione, far evolvere i nostri modelli di business, adattarli al nuovo contesto anche con scelte coraggiose, senza però perdere di vista i valori fondanti della nostra azienda. Questo non è un compito semplice e ci serve l’aiuto delle persone che l’azienda hanno contribuito a crearla e la “vivono” da moltissimi anni conoscendone pregi e difetti. Abbiamo bisogno del loro aiuto per spiegare a tutte le persone nuove che sono arrivate e che arriveranno, cosa vuol dire lavorare in Azimut. È da questo connubio di evoluzione e storia che si può creare un nuovo progetto ancor più forte del primo.

E per il futuro?
Nel breve abbiamo l’obiettivo molto ambizioso di raggiungere i 27 miliardi di patrimonio alla fine del prossimo anno. Non posso naturalmente dirvi nulla tranne che abbiamo lavorato tanti mesi per far evolvere ulteriormente il nostro modello di business focalizzandoci fortemente sul target degli imprenditori con lo scopo di essere di aiuto al nostro Paese che sta attraversano un momento particolarmente difficile.

Per riassumere in poche parole il vostro segreto, quindi?
Non ci fermiamo mai. Abbiamo tante idee. Lavoriamo moltissimo, decidiamo rapidamente. Siamo tutti concentrati su banker, promotori e clienti senza perdere ore in riunioni sul nulla. Infine, abbiamo tutti lo stesso obiettivo, far crescere la nostra azienda senza compromessi se non la soddisfazione dei clienti, di chi lavora con Azimut e degli azionisti.

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