Le scelte di finanza personale condizionate dal consenso elettorale

LA LINEA DI MINOR RESISTENZA – Le scelte di finanza personale richiedono attenzione ai pesi dei vari bacini elettorali. Una dimostrazione recente l’abbiamo avuta settimana scorsa, con il quasi-azzeramento della detrazione sui premi delle polizze Vita caso morte, invalidità permanente e long term care nell’ambito delle misure finalizzate a coprire la “cancellazione” dell’Imu sulla prima casa. Una delle regole di base della gestione del consenso è che le decisioni impopolari debbano attaccare la cosiddetta “linea di minor resistenza”. Secondo voi tra i sei milioni di assicurati che godevano di una risicata detraibilità fiscale e i 20 milioni di proprietari di prima casa, qual è la linea di minore resistenza? Aggiungete pure che il Governo ha dovuto fare marcia indietro sulla reintroduzione dell’Irpef sulle rendite catastali sulle case sfitte, che interessa a qualche altro milione di elettori, e otterrete un insuperabile partito di proprietari immobiliari. Non stupisce che un Governo che si basa su una maggioranza traballante, sotto continua minaccia di nuove elezioni, non riesca a sottrarsi a queste logiche.

L’ABOLIZIONE DELL’IMU – Tanto più che uno dei due principali partiti della coalizione, il Pdl, ha fondato la sua campagna elettorale – per niente inefficace, visti i risultati – sull’abolizione dell’Imu. Il suo leader, oltre a possedere una comprovata capacità di percepire le preferenze dei telespettatori e dell’elettorato  (anche quelle meno nobili, secondo i critici), ha cominciato la sua carriera di imprenditore di successo nelle costruzioni, contribuendo a creare l’imponente partito dei proprietari di casa negli anni 70 e 80.

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