Unipol sugli scudi dopo annuncio creazione bad bank

BAD BANK PER UNIPOL BANCA – La “bad bank” sembra essere il grande successo dell’estate 2017, almeno a Piazza Affari e l’ultima conferma è fornita stamane dall’andamento del titolo Unipol, in rialzo del 3,85% a 3,884 euro per azione con oltre 4 milioni di pezzi già passati di mano, dopo che il Cda della compagnia di Bologna ha deciso ieri di riorganizzare l’attività assicurativa e che la controllata Unipol Banca scorporerà le proprie attività “in bonis” da quelle deteriorate. Queste ultime (in particolare 3 miliardi di Npl) verranno conferite a una Newco, così come già anticipato da Carlo Cimbri, amministratore delegato della compagnia assicurativa, in occasione della presentazione dei risultati del primo trimestre 2017.

SI GUARDA A POSSIBILI OPZIONI STRATEGICHE – Grazie alla “bad bank” Unipol Banca potrà così concentrarsi sulla propria attività caratteristica, rafforzando la propria situazione patrimoniale e riducendo il profilo di rischio, efficientando allo steso tempo il processo di gestione delle posizioni creditizie oggetto del trasferimento e mantenendo all’interno del gruppo il valore legato alla futura cessione delle stesse. Il tutto facilitando “il perseguimento di ogni possibile opzione strategica che si dovesse presentare nel quadro del processo di razionalizzazione e concentrazione del sistema bancario italiano”. Una formula che secondo alcuni analisti lascia aperta la strada all’ipotesi del conferimento di Unipol Banca a Bper Banca, istituto in cui Unipol è già socia al 9,99% e ha ricevuto il via libera di Banca d’Italia per salire oltre la soglia del 10%, nonostante proprio stamane Cimrbi abbia smentito tale intenzione.

MIGLIORA QUALITA’ CREDITO, IMPATTO LIMITATO SU CET1 – Per quanto riguarda le modalità tecniche di esecuzione dell’operazione decisa dal Cda, esse verranno stabilite con un advisor da nominare, includendo anche l’adeguamento del valore ed il tasso di copertura degli Npl, precisa una nota, aggiungendo che si stima che l’operazione possa portare il rapporto tra crediti deteriorati lordi e netti rispetto al totale rispettivamente a circa il 10% ed il 7% rispettivamente. Per quanto riguarda i ratios patrimoniali, al momento si prevede grazie all’operazione suddetta (che dovrebbe partire entro il primo trimestre 2018) una riduzione di circa l’1% del Cet1 della banca, pari al 28,6% a fine marzo.

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