Tra crisi e incertezze politiche la Fed resta la stella polare

MAGGIORE PRUDENZA – Inutile cercare altri segnali, solo la Federal Reserve con le sue indicazioni, e con le sue mosse è la vera stella polare che segna la strada. Certo, va anche bene interpretata. Sembrava che il discorso di Bernanke del 22 maggio segnasse l’inizio della svolta, sulla liquidità e sui tassi.Troppo facile o troppo anticipato, oppure qualcosa è cambiato e ha creato maggiore prudenza. La maggior parte degli operatori oramai era pronta al nuovo corso (minor liquidità e tassi in salita) seppur graduale. Ed invece sebbene il terreno fosse stato adeguatamente preparato ed arato da Bernanke, non si è seminato.

LE ANTICIPAZIONI DI BEN – Perche? Alcuni sostengono che dati ancora contrastanti e non ancora netti, abbiano creato timori in chi governa la Fed e che il futuro dell’ economia statunitense sia ancora incerto. Più probabilmente le anticipazioni di Bernanke erano volutamente molto anticipatorie, più portate a far percepire un lungo, lento cambiamento di strategia che non ad indicare un presente già diverso. Un alzare la soglia di attenzione, insomma. Non credo che lo stop sia dovuto a nuove preoccupazioni o a rallentamenti, credo piuttosto che non ci sia stato uno stop, e che comunque il solo parlarne abbia dato un risultato così immediato da essere sufficiente. 

ALLA GUIDA DELLA FED
– Inoltre siamo alla vigilia di un cambio di guida della Fed che forse sarà più “traumatico” del previsto. La candidatura Summers è caduta, ma la scelta è ancora lontana e quindi imprevedibile nei riflessi. Resta  la mera analisi dei dati economici, e creeranno volatilità se non coerenti. Abbastanza neutro appare al momento l’andamento dell’ analisi politica. Scesa la tensione sulla situazione in Medio Oriente, scontati e confermati i dati elettorali in Germania, non resta che l’ Italia con  le proprie dinamiche politiche a creare volatilità e tensione. Ma la  stella polare resta la Fed, ed è bella nitida in cielo ad indicare la rotta. 

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