Promotori, sappiate che sul risparmio a casa decidono le donne

NECESSARIO E IMPORTANTE – Risparmiare è considerato necessario e importante, ma meno del 40% degli italiani è riuscito ad accantonare circa l’11% delle sue entrate nel 2012. Una percentuale simile a quella dell’anno scorso, che segnala come il tasso di risparmio abbia, almeno temporaneamente, interrotto un percorso di contrazione. La scarsità del risparmio disponibile indirizza allora verso investimenti prudenti, con un orizzonte temporale limitato (un anno per un terzo degli intervistati) e motivati soprattutto dalla tutela dei figli (14,5%) e dall’integrazione della pensione (12,7%). Questo il quadro dell’ultima indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani a cura del Centro Einaudi e di Intesa Sanpaolo.

FIGLI E FAMIGLIA – “Il risparmio, in altri termini, non è più frutto di risorse aggiuntive rispetto al mantenimento del tenore di vita presente e futuro, come tali liberamente destinabili all’acquisto di un’abitazione più grande, magari non strettamente necessaria. È diventato piuttosto una risorsa su cui contano i figli e su cui contare nella terza età e pertanto deve essere investito garantendo in primo luogo la sicurezza del capitale“, si legge nello studio ripreso dall’agenzia di stampa Reuters. “Non sapendo che cosa ha in serbo il futuro, continuano a orientarsi verso forme di investimento sicure e, al limite, capaci di produrre un reddito, pur se contenuto”. C’è spazio dunque per una maggiore penetrazione del risparmio gestito “ancora limitata e inferiore a quella degli altri Paesi europei”, sempre secondo lo studio. “Ma tutto fa pensare che sia destinata a crescere se gli operatori sapranno cogliere i bisogni delle famiglie e rispondervi adeguatamente”.

CI PENSANO LE DONNE
– Dall’indagine emerge che, dei 1.044 capifamiglia, correntisti bancari e/o postali, intervistati a inizio anno, il 25,4% ha più della metà del patrimonio liquido. L’investimento con indice di soddisfazione più alto, prima ancora delle obbligazioni, si conferma la casa (32,1%). Ma cala la propensione all’acquisto anche per l’aumento dell’imposizione fiscale sugli immobili. Nonostante gli effetti della crisi continuino a farsi sentire sui redditi delle famiglie, dopo il minimo del 2012 l’indagine rivela una leggera diminuzione (al 55,6% dal 59,3%) del numero di quanti si aspettano un ulteriore deterioramento delle loro condizioni economiche rispetto all’anno precedente. In un approfondimento dedicato al rapporto fra donne e risparmio è evidente, infine, che l’amministrazione del budget familiare è una competenza tutta femminile: non solo le spese (quasi il 73%) ma anche gli investimenti (quasi il 60%). “Si tratta di un risultato tutt’altro che scontato e che dovrebbe probabilmente far riflettere coloro che studiano e realizzano i prodotti di investimento“, sottolinea lo studio.

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