Il Fisco graffia ancora i risparmi. Un po’ meno le polizze

IMPOSTA DI BOLLO SULLE ATTIVITA’ FINANZIARIE – Il risparmio esce maltrattato (anche se poteva andare peggio) da una settimana di passione sul fronte delle novità fiscali. L’innalzamento dallo 0,15 allo 0,2% a decorrere dal 2014 dell’imposta di bollo sulle attività finanziarie previsto dalla legge di stabilità varata martedì rappresenta ovviamente un peggioramento, ma almeno si è evitato l’inasprimento dell’aliquota di tassazione delle rendite finanziarie dal 20 al 22%. Una eventualità agghiacciante soprattutto per i sistemi informatici delle banche e degli altri intermediari, già messi a dura prova da Tobin Tax e anagrafe dei rapporti finanziari, che avrebbero dovuto tenere conto di tre aliquote diverse (12,5, 20 e 22) in vigore su differenti strumenti, imponibili, e periodi temporali. Nelle ultime versioni delle bozze del disegno di legge, è invece ancora da comprendere l’impatto della nuovo sistema impositivo sostitutivo dell’Imu sul quel risparmio che è la casa di abitazione.

IMU E TARES – La “possibile certezza” è che cinque milioni di prime case che sono sempre state esenti grazie alle detrazioni Imu, ora debbano pagare – sullo stesso imponibile – la Tasi, con l’aggiunta di seri rischi di aggravio per le abitazioni di valore più modesto. Sugli immobili diversi dalla prima casa, spesso detenuti a scopo di investimento, invece, l’aggravio appare netto, perché la Tasi si sommerebbe all’Imu. In più, occorre tenere conto del ripristino dell’Irpef, ma solo al 50%, sulle case sfitte situate nello stesso comune di residenza. Altri colpi, insomma, inferti alla fiducia ormai traballante che milioni di famiglie italiane nutrono nei confronti del mattone come investimento. In generale, appare chiaro che il legislatore sta aumentando progressivamente e in modo nemmeno troppo strisciante la tassazione sui patrimoni, siano essi finanziari o immobiliari. Indipendentemente dal colore politico.

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