Bpm, crescono i rischi di esecuzione

L’INCERTEZZA NON PIACE AD ANALISTI E INVESTITORI – Doppia bocciatura per Bpm, che in borsa oscilla tra il -3,5% e il -4% dopo i nuovi giudizi di Societe Generale e Standard & Poor’s sull’istituto. Il broker francese ha tagliato da “hold” (mantenere) a “sell” (vendere) il giudizio sul titolo, riducendo il prezzo obiettivo da 0,50 a 0,37 euro per azione. A pesare sono le incertezze generate dall’uscita di scena dell’ex numero uno, Piero Montani (finito a dirigere Banca Carige) e dalla successiva decisione del Cds di chiedere la convocazione di un’assemblea per rinnovare entrambi i board (Cds e Cdg). Una scelta che, sebbene potrebbe accelerare la riforma della governance e la realizzazione dell’aumento di capitale (nonché il possibile arrivo sulla poltrona di consigliere delegato e direttore generale di Giuseppe Castagna, ex direttore generale di Intesa Sanpaolo che finora avrebbe preso tempo per poter disporre di un mandato pieno, triennale, legato proprio al rinnovo del board prima della scadenza naturale dell’aprile 2014, ndr) di fatto “scalza il management che ha lavorato al piano industriale e alla ristrutturazione”.

L’USCITA DI MONTANI AUMENTA I RISCHI DEL PROFILO FINANZIARIO – A tutto questo si aggiunge l’incertezza legata alla possibile riduzione della quota detenuta da Andrea Bonomi tramite Investindustrial se non si trovasse un’intesa coi soci-dipendenti e i soci-pensionati e l’eventuale discesa in campo di Banca d’Italia per sbloccare l’empasse, tutte variabili che “aumentano i rischi di esecuzione nel breve termine”. Da parte sua Standard & Poor’s, già ieri, ha peggiorato ulteriormente il merito di credito, ormai a livello “junk” (spazzatura), da “BB” a “BB-”, lasciando i rating a breve e lungo termine sotto osservazioni per ulteriori possibili downgrade, sottolineando come l’uscita di Montani aumenti “i rischi del profilo finanziario” del gruppo.

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