Cambia il mercato degli swap

BANCHE SEMPRE MENO INTERESSATE AGLI SWAP – Calano i profitti e le banche si ritirano gradualmente dal mercato. La crescita dei costi associati all’introduzione di regole più stringenti dopo l’esplodere di scandali legati ai derivati piuttosto che alla fissazione di alcuni tassi come Libor ed Euribor sta inducendo molti istituti bancari a ridurre l’attività di intermediazione dei contratti swap sui tassi d’interesse. Nel 2013, nota l’agenzia Bloomberg citando dati elaborati da Tabb Group Llc, le banche hanno registrato nel complesso 3,25 miliardi di dollari di profitti da queste attività, ma già l’anno venturo questa cifra dovrebbe ridursi a soli 1,8 miliardi.

CHI SAPRA’ APPROFITTARE DELL’OPPORTUNITA’? – L’incremento dei volumi non sembra in grado di compensare il maggior costo legato alla necessità di far transitare gli scambi da mercati regolamentati per rispondere alle nuove norme in materia di trasparenza delle transazioni. Finora circa la metà delle transazioni su swap su tassi d’interesse (e un quarto di quelle sui Cds, i “credit default swap”) transitavano invece su piattaforme private note con la sigla Sef (swap-execution facilities). Siccome però ogni novità sistemica apre solitamente opportunità di nuovi profitti assieme al rischio di nuovi costi, sarà interessante vedere chi e come proverà ad approfittare della nuova situazione.

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