Bpm si sgonfia dopo elezione Giarda

BPM SOTTOTONO DOPO VITTORIA GIARDABpm in calo dopo un  avvio positivo a Piazza Affari, dove il titolo oscilla a 45,7 centesimi di euro per azione (-0,80%) dopo che sabato l’assemblea dei soci ha eletto come previsto Piero Giarda alla presidenza del Consiglio di sorveglianza con 3.961 voti sui 5.705 presenti, rispetto ai 1.569 di Piero Lonardi. Il nuovo CdS sarà composto dall’ex ministro, che godeva dell’appoggio dei soci-dipendenti e dei soci-pensionati e altri 10 componenti della sua lista, oltre a quattro rappresentati della lista di minoranza (tra cui Lonardi, storico rappresentante dei soci non dipendenti), due proposti dai fondi istituzionali e due proposti dai partner industriali (Cr Alessandria e Credit Mutuel). Il nuovo Consiglio di gestione sarà nominato entro il 12 gennaio.

ORA FOCUS SU PIANO INDUSTRIALE E AUMENTO – Superato lo scoglio del rinnovo del Cds, la partita si sposta ora sulla definizione del nuovo piano industriale e dell’aumento di capitale da 500 milioni. Nel suo programma Giarda citava il mantenimento del modello cooperativo e la difesa dell’indipendenza dell’istituto, l’impegno ad un ritorno alla redditività e un rafforzamento patrimoniale che rispondesse alle richieste della Banca d’Italia anche  in vista dell’Asset quality review che la Bce ha avviato in queste settimane ed è destinata a durare sino a ottobre del prossimo anno. Alla fine del terzo trimestre Bpm vantava un Core tier 1 pari al 7,25% complice l’effetto negativo dei filtri prudenziali (“add on”) imposti da Bankitalia. Una volta eseguito l’aumento di capitale e rimossi tali filtri il Core Tier 1 dovrebbe risalire al 10,32%.

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