Analisi targata Finanza & Futuro: per gli esperti, “i tempi stanno cambiando”

I TEMPI STANNO CAMBIANDO – “Il 13 gennaio di 50 anni fa Bob Dylan pubblicava l’album ‘The times they are a-changin”. Questo 2014 nasce sotto gli stessi auspici di cambiamento, se osserviamo i principali trend macroeconomici di Stati Uniti, Europa e Cina“. Così scrivono gli esperti di Deutsche Bank nella newsletter settimanale diffusa da Finanza & Futuro Banca, la controllata italiana a cui fa capo anche la rete dei promotori finanziari e che è guidata dall’amministratore delegato Armando Escalona. “Negli Stati Uniti i dati sugli acquisti dei beni durevoli, sui consumi personali e sulla fiducia dei consumatori mostrano tutti una discreta tendenza al miglioramento, e anche i dati di produzione industriale e gli indicatori di direzione Ism descrivono un buono stato di salute dell’economia statunitense. La stagione degli utili, appena cominciata, sarà un ulteriore termometro di fondamentale importanza per monitorare la solidità della ripresa in atto”.

TAGLIO AL QUANTITATIVE EASING
– “Il nostro capoeconomista Usa Joe LaVorgna condivide un atteggiamento di scetticismo nei confronti del report occupazionale, consiglia di guardare alla media dei payrolls degli ultimi tre mesi, a 172mila unità, in linea con la media 2012-2013, e continua a prevedere un ulteriore taglio di 10 miliardi al quantitative easing alla prossima riunione della Federal Reserve. Sulle nostre sponde dell’Atlantico gli indicatori Pmi e i dati di produzione industriale sono altrettanto buoni, soprattutto in Germania e Spagna: il Pmi composito europeo si assesta a 52.1, confermando buone prospettive di espansione economica per il trimestre in corso. Mario Draghi, nella prima conferenza stampa Bce dell’anno, ha però smorzato i toni dell’ottimismo, peraltro abbracciati anche dalla Commissione europea. Secondo Draghi, nonostante i segnali di ripresa registrati ormai da diversi trimestri, l’eurozona non può ancora considerarsi fuori dalla crisi, e di conseguenza ha rafforzato il messaggio di ‘prontezza di riflessi’ nella gestione della politica monetaria, ma in direzione opposta rispetto alla Fed“.

LA PERIFERIA EUROPEA – Gli esperti concludono il loro report con uno sguardo più da vicino ai Paesi della periferia europea: “l’Irlanda, che ha terminato il programma di aiuti della Troika a fine 2013, ha concluso con successo l’asta di un nuovo decennale, con domanda per 14 miliardi su un’emissione di 3,75 miliardi. L’inizio anno sta premiando i bond e le azioni dei Paesi periferici, con spread in calo e sovraperformance dei listini italiani e spagnoli sugli aggregati europei. Forse ‘The times they are a-changin”“.

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