L’artigiano-trader ha vinto durante il Toro e ora ama il rischio

“Ho 38 anni e da 23 lavoro presso una ditta di servizi, prima da dipendente, (20), poi da artigiano, (2) e adesso sono entrato in società con una piccola quota. Convivo da 10 anni, non siamo sposati, non abbiamo figli e per adesso non sono in programma. Riepilogo la situazione.

Reddito di 20/25mila euro all’anno, propensione al risparmio 5/10mila euro/anno, propensione al rischio elevata. Non sono previsti investimenti importanti, semmai l’acquisto di una casa indipendente. I miei debiti ammontano a circa 30mila euro, con rata di circa mille euro al mese) fino a ottobre 2016 (rata macchina, prestito e quote della ditta dove lavoro). Il mio patrimonio è di 60mila euro e ho cominciato a costruirlo nel 2000, dapprima con un approccio molto difensivo e successivamente più rischioso. Insoddisfatto dei bassi rendimenti, nel 2010 h ocominciato con successo a comprare fondi azionari, e mi sono anche indebitato per quello. Nel 2011 ho registrato molte perdite ma ho tenuto duro e nel 2012 ho smontato le posizioni, chiudendo il debito e portando a casa circa 7mila euro di profitti. Aver gestito direttamente i risparmi e con più profitto mi è piaciuto, al punto che nel 2013 ho deciso di aprire un deposito titoli e, senza nessuna esperienza, ho cominciato a operare in Borsa. Sono partito con quello che avevo a disposizione e in un anno sono arrivato a investirci 35mila euro. Ho sottoscritto due piani previdenziali di pari importo e tre polizze (temporanea caso morte, RC capofamiglia e infortuni). Mi piacerebbe avere un giudizio sul mio approccio agli investimenti.

Mirco”

Nella sua lettera, molto ricca di dettagli, lei specifica anche che negli ultimi anni ha avuto soddisfazioni investendo i 60mila euro di risparmi che non sono allocati ai fondi pensione in un portafoglio di azioni (allegato in un foglio elettronico) quasi esclusivamente italiane. E conclude la lettera così: “Quando arriverete a trattare dei miei investimenti in Borsa precisate che sono seguito da esperti, non vorrei che piccoli risparmiatori si facessero abbagliare dalla fortuna che ho avuto io, visto anche che non possono sapere che spendo parecchio e non solo economicamente, in informazione”.

Per leggere l’articolo completo di Marco Liera, cliccare qui

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