Ucraina e Cina impensieriscono Wall Street

UCRAINA E CINA IMPENSIERISCONO NEW YORK – Le crescenti tensioni internazionali relative all’evoluzione della situazione in Ucraina e deboli dati cinesi (la produzione industriale è cresciuta dell’8,6% tra gennaio e febbraio, meno del 9,5% previsto) che fanno perdere ulteriore quota alle materie prime più che controbilanciano i buoni dati macroeconomici statunitensi e portano Wall Street ad accentuare il suo storno, con l’indice S&P500 tornato sui livelli di fine 2013. A fine seduta infatti l’indice Dow Jones perde l’1,41% (senza alcun componente in grado di evitare il rosso), mentre l’S&P500 segna -1,17%, il Nasdaq cede l’1,46% e le small cap del Russell 2000 arretrano dell’1,23%.

NUOVO RALLY DEI T-BOND – Tra le blue chip Procter & Gamble e At&t restano a poca distanza dai livelli di ieri, mentre i cali maggiori sono registrati da Pfizer, UnitedHealth Group, American Express e Visa. Dal canto loro i bond continuano a beneficiare della liquidità in cerca di un porto sicuro e vedono il rendimento sul decennale cadere sul 2,64% e quello del trentennale sul 3,59%. L’oro sale sui 1.372,7 dollari l’oncia (6,1 dollari sopra il precedente fixing), l’argento scivola a 21,18 dollari (15 centesimi di calo) e il petrolio è stabile sui 98,22 dollari al barile (solo qualche centesimo più dell’ultima chiusura).

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!