Ennio Doris dalla A alla Z

C’E’ ANCHE DOMANI – Un uomo che ha saputo prevedere il futuro. Ma che ha ben chiara l’importanza del passato, dove affondano le sue radici. Un uomo che ha rivoluzionato il concetto di “banca”. C’è tutto Ennio Doris, fondatore e patron di Banca Mediolanum nel libro “C’è anche domani”, edito da Sperling & Kupfer che sarà presentato domani a Milano. Il libro (pag 202, 16,90 euro) è una cavalcata nella straordinaria storia umana e imprenditoriale di Doris: un libro che parte con l’annuncio nel 2008 del crack della Lehman Brothers e che poi compie un “flash back” nel 1952 in quel di Tombolo (Padova) quando il ragazzino Doris assiste in televisione a un tappa del Giro d’Italia nella quale il suo adorato campione ciclistico Fausto Coppi non riuscì a ottenere la maglia rosa. In quel giorno di grande delusione Alberto Doris dà al figlio Ennio la prima lezione di vita e di ottimismo quando gli dice: “Ennio, ricordati che c’è anche domani”. E proprio il giorno dopo Coppi vinse la tappa, guadagnò la maglia rosa e si aggiudicò il Giro.

LA CARRIERA – Nella storia di vita e di impresa di Doris c’è sempre, costante, questo ottimismo che lo accompagna sempre, dal suo primo impiego (1960) alla Banca Antoniana di San Martino di Lupari, a un passo da Tombolo, al posto di direttore generale delle Officine Meccaniche Talin, accompagnato dall’amicizia costante di Gianfranco Cassol, oggi numero uno di Sol&Fin. Ed è Cassol che porta Doris nel mondo del risparmio gestito prima in Fideuram e poi in Dival. Fino al 1981, all’incontro a Portofino con Silvio Berlusconi e l’anno dopo assieme a lui, quando Doris fonda Programma Italia. E poi il 1996 con la quotazione di Mediolanum. Fino al 2008 con la storica decisione di rimborsare i clienti Mediolanum che avevano prodotti con sottostante obbligazioni Lehman. All’insegna di quel’ottimismo insegnato da papà che ha portato Doris a convincere i suoi promotori e i suoi banker – e tramite loro i suoi clienti – che bisogna investire proprio quando tutto sembra perduto. Perché c’è anche domani.

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