Agenti e mediatori, l’Oam soffre

QUALCHE NUVOLA SULL’ATTIVITA’ FUTURA DELL’OAM – Mentre il bilancio 2013 dell’Organismo per la Ternuta del’Albo dei Promotori finanziari si è chiuso con ottimi numeri (vedi notizia), si addensa invece qualche nuvola sull’attività futura dell’Oam, l’Organismo per la tenuta dell’albo degli agenti in attività finanziarie e mediatori creditizi. A quasi tre anni dalla sua costituzione, infatti, l’Oam vede iscritti circa 7.000 soggetti, numero quindi ben lontano dai 180.000-200.000 operatori che si stimavano attivi nel settore e comunque iscritti ai precedenti elenchi 106 e 107 tenuti dalla Banca d’Italia e scomparsi proprio con la nascita dell’Organismo.

I NUMERI 2013 –
L’Oam, presieduto fin dalla sua costituzione da Maurizio Manetti, ha presentato qualche giorno fa a Roma all’assemblea dei soci il bilancio 2013. L’assemblea è composta dalle associazioni e federazioni rappresentative a livello nazionale delle categorie di soggetti operanti sul territorio italiano: Abi, Afin, Andafin, Assifact, Assilea, Assofin, Assomea, Assoprofessional, Fenafi, Fiap, Fimec e Ufi. L’esercizio 2013 dell’Oam si è chiuso con un utile di circa 1,9 milioni di euro risultante dal differenziale fra oltre 6 milioni di ricavi, frutto delle quote di iscrizione, e circa 4 milioni di costi. L’assemblea non aveva all’ordine del giorno il budget previsionale del 2014, ma il direttore generale dell’Organismo, Federico Lucchetti, ha informato che quest’anno si provvederà ad effettuare una svalutazione di circa 400.000 euro sull’attivo, tenuto conto degli iscritti che ancora non hanno pagato la quota di competenza. E’ molto probabile che i numeri delle iscrizioni all’Oam ancora oggi così lontani dalle previsioni iniziali siano dovuti a pratiche di abusivismo o di vera e propria usura ancora diffuse all’interno dell’attività di agenti e mediatori, che quindi non vuole finire regolamentata.

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