Voluntary disclosure, avvocati in campo

UNA TASK FORCE SULLA VOLUNTARY DISCLOSURE – In attesa che il Parlamento faccia ripartire il cantiere sul provvedimento di rientro dei capitali, non si ferma il lavoro sulla voluntary disclosure. Una vera e propria task force messa in piedi dal Consiglio nazionale forense ha infatti iniziato a muoversi sul tema. Il gruppo di lavoro, composto di esperti del settore, si è riunito nei giorni scorsi, entrando subito nel merito di possibili proposte migliorative dell’impianto in discussione alla Camera dei Deputati. Il testo su cui studia il comitato ristretto della commissione Finanze è infatti praticamente identico a quello stralciato dal decreto legge 4/2014, varato al governo Letta, che è stato abbandonato dall’esecutivo Renzi per le scarse probabilità di successo. Come già emerso in Parlamento, sarà dunque necessario introdurre una serie di importanti modifiche alla vecchia normativa per renderla davvero efficace.

LE PROPOSTE – Tra le proposte messe a punto dagli esperti riuniti dal Consiglio forense c’è innanzitutto l’estensione della non punibilità a tutti i reati dichiarativi non previsti dal decreto 74/2000 (nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi), nonché ai reati a questi connessi. E non soltanto. Per gli avvocati, che come è normale hanno attenzione per gli aspetti legali dell’operazione, sarà infatti importante anche eliminare dal nuovo testo il neo-introdotto reato di esibizione di atti falsi e comunicazioni di dati non rispondenti al vero.

APPROVAZIONE ENTRO FINE GIUGNO – Una volta messe nero su bianco, le proposte della task force saranno consegnate alle commissioni parlamentari che si occupano di mettere a punto il nuovo provvedimento sul rientro dei capitali, come contributo alla discussione. Discussione che verterà anche su una serie di altri punti, che vanno dalla semplificazione delle modalità di calcolo delle imposte alla copertura dalla responsabilità anche dei professionisti che assistono i contribuenti. L’obiettivo è di riuscire ad approvare la nuova legge entro fine di giugno. Parlamento e governo permettendo.

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