Euro-dollaro: la vendita dopo il rimbalzo

ALESSANDRO BONETTI – “Il differenziale tra il quadro fondamentale della zona euro e quello statunitense, con particolare riferimento alle politiche monetarie di FED e BCE, ha creato uno scenario potenzialmente molto interessante per entrare in vendita di Eur-Usd”, questa l’opinione di Alessandro Bonetti, trader sul mercato dei cambi e fondatore della Bonetti Financial, società specializzata in gestioni in forex con sede in Svizzera.

LE MOSSE DI MARIO DRAGHI – Dopo oltre due mesi passati ad oscillare tra 1.3700 e 1.3900 con gli operatori più volte rimasti delusi dall’immobilismo della BCE, la svolta indicata da Mario Draghi nel corso della conferenza stampa dell’8 maggio è stata vista come la chiusura del cerchio, “che ha scatenato le vendite e allontanato con estrema decisione la coppia da area 1.40, considerata la soglia del dolore anche per i paesi europei economicamente più forti”. Mario Draghi ha infatti ribadito che la BCE è pronta ad agire anche attraverso misure non convenzionali e, soprattutto, per la prima volta ha dato anche un riferimento temporale aggiungendo che in caso di necessità la BCE potrebbe già intervenire a giugno. “Non è ancora chiaro se la BCE interverrà sui tassi di interesse o attraverso il quantitative easing (QE), anche se per contrastare la bassa inflazione al momento la seconda sembra essere l’ipotesi più probabile, ma è invece ormai probabile il fatto che la BCE potrebbe intervenire con azioni che provocherebbero una svalutazione dell’euro”.

INTANTO NEGLI USA… – Se già questa sarebbe da sola una motivazione per prendere posizione in vendita di euro con un orizzonte temporale di medio termine, l’operazione risulta essere ancora più interessante se si considera il fatto che negli USA sta succedendo esattamente l’opposto. “Il quantitative easing iniziato nel lontano 2008 ha portato i suoi frutti in termini di benefici all’economia americana ed ora la FED sta, in maniera graduale ma inesorabile, chiudendo i rubinetti della liquidità immessa nel sistema progressivamente uscendo dal QE. La prospettiva di meno liquidità nel sistema non può che avere come effetto quello di un rafforzamento del dollaro americano”, prosegue Bonetti. A rendere particolarmente interessante la prospettiva di un’operazione short euro contro dollaro è anche l’analisi dei dati ricavabili dal COT Report dal quale emerge chiaramente come i principali operatori istituzionali si siano posizionati, per la prima volta da febbraio 2014, in vendita di euro.

COME PROCEDERE – “A livello operativo si potrebbe sfruttare questa situazione particolarmente favorevole al dollaro americano vendendo la coppia Eur-Usd a prezzo di mercato posizionando uno stop loss sopra i massimi di periodo a 1.4010. Prendendo quindi per buona l’ipotesi secondo la quale eur-usd si trovi ora all’inizio di un trend ribassista e abbinando la statistica sui dati storici all’analisi dell’attuale struttura grafica, si può ipotizzare che nei prossimi 9 mesi la quotazione della coppia potrebbe subire una svalutazione di oltre il 6% rispetto ai valori attuali”. Ciò implica che, con un orizzonte temporale adeguato, “l’obbiettivo di un eventuale operazione in vendita dagli attuali prezzi possa essere area 1.2800”, conclude Bonetti. Per coloro che desiderassero sfruttare il rialzo del dollaro contro, oltre all’acquisto diretto di dollari, in liquidità o in obbligazioni denominate nella divisa statunitense, sul mercato ETF Plus di Borsa Italiana sono a disposizione diverse soluzioni. L’ETF che meglio replica l’esposizione in liquidità di dollari è il Db X-Trac II Fed funds Eff Rate Ucits Etf, che replica un indice, calcolato e diffuso giornalmente da Deutsche Bank, che punta a replicare l’evoluzione di un importo nominale che si rivaluta giornalmente in base al federal funds effective rate. Tale tasso viene calcolato e diffuso dalla Federal Reserve Bank of New York e rappresenta la media ponderata per montanti dei tassi effettivamente trattati sul mercato interbancario dei fed funds overnight.

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