Wall Street segna nuovi record storici, stasera parla la Federal Reserve

NUOVI RECORD PER WALL STREET – Nonostante gli inviti alla prudenza che giungono dai maggiori gestori al mondo, Wall Street continua a correre migliorando i propri record storici, col Dow Jones che oggi si porta sopra i 21.715 punti, l’S&P500 che ha raggiunto i 2.480 punti e il Nasdaq sopra i 6.430 punti. Livelli superiori rispettivamente del 17,55%, del 14,35% e del 25,84% rispetto a quelli a cui si trovavano dodici mesi fa i tre principali indici di Wall Street.

STASERA OCCHIO ALLA FED – A far proseguire la corsa ci pensa la stagione delle trimestrali e le attese per quanto potrà dire stasera la Federal Reserve riguardo i tempi e i modi della prevista riduzione dell’attivo di bilancio, un processo che non dovrebbe partire in modo eccessivamente aggressivo ed appare comunque destinato a protrarsi per anni. Sullo sfondo resta per ora anche l’eventualità di nuovi scontri tra l’Amministrazione Trump e il Congresso legati alla discussione sul tetto al debito che dovrà avvenire entro ottobre. Per ora comunque nessun economista si aspetta che la Federal Reserve tocchi nuovamente i tassi dopo averli alzati quattro volte a partire dal dicembre del 2015 sino all’1,25%, tanto che sul mercato anche i rendimenti dei T-bond a 10 anni sono in lieve calo al 2,31% e il cambio euro-dollaro è stabile a 1,165.

TRIMESTRALI SOTTO I RIFLETTORI – Quanto ai risultati trimestrali, Boeing e Advanced Micro Devices superano le attese del mercato vedendo le quotazioni salire; al contrario Coca-Cola, con risultati in linea con le attese, e Ford, che ha anticipato che nel 2017 l’utile operativo delle attività legate al settore auto sarà più basso di quello del 2016, tornano a perdere quota, così come Snap (holding di controllo di Snapchat) che a inizio seduta ha toccato un minimo intraday di 13,41 dollari per azione, nuovo minimo storico, prima di risalire sui 13,66 dollari. Dal prezzo di chiusura del primo giorno di quotazione sul listino di New York a inizio marzo (24,48 dollari per azione), il titolo ha già perso oltre il 44%, mentre rispetto ai 17 dollari del prezzo di collocamento la perdita è “solo” del 19,5%.

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