A Wall Street non piacciono le nuove sanzioni alla Russia

A WALL STREET NON PIACCIONO LE NUOVE SANZIONI – Alla vigilia delle decisioni della Federal Reserve su ulteriori rallentamenti negli acquisti di bond sul mercato le trimestrali, positive, sembravano poter consentire a Wall Street di chiudere in lieve rialzo. Ma l’estensione delle sanzioni di Usa e Ue contro la Russia anche alle sue banche ha indotto gli investitori, che temono ora contraccolpi più netti all’economia del vecchio continente e ai rapporti tra Mosca e Washington, di prendere profitto.

AZIONARIO IN CALO, BOND IN RECUPERO – Così a fine giornata il Dow Jones ha ceduto lo 0,42%, l’S&P500 ha perso lo 0,45% e il Nasdaq è rimasto sotto i livelli di ieri (-0,05%) e le small cap del Russell 2000 hanno ridotto i guadagni iniziali ad un +0,19%. Tra le blue chip si sono comunque messe in luce At&t e Du Pont, mentre hanno perso terreno UnitedHealth Group e United Technologies, ma anche Pfizer, Walt Disney e 3M. I T-bond hanno visto il rendimento sul decennale calare al 2,46% e quello sul trentennale al 3,22%, l’oro è scivolato a 1300,50 dollari l’oncia (2,8 dollari meno di ieri) dopo un avvio in rialzo, l’argento è terminato a 20,61 dollari (soli 5 centesimi di guadagno) e il petrolio è stato fissato a 101,04 dollari al barile (63 centesimi sotto il precedente fixing).

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