Voluntary disclosure, ripartenza e subito stop

NUOVO STOP – Il provvedimento sul rientro dei capitali (“voluntary disclosure”) detenuti all’estero dagli italiani ritorna in Parlamento dopo la pausa estiva, ma subito subisce un nuovo stop. Tutta colpa dell’autoriciclaggio. Ieri infatti, alla ripresa dei lavori della commissione finanze della Camera, il governo ha chiesto tempo ai deputati per valutare la nuova norma sull’autoriciclaggio introdotta dal disegno di legge governativo sui reati economici. La disposizione ancora ufficialmente non c’è.

LA PAUSA DI RIFLESSIONE – Il disegno di legge, che prevede il reato di autoriciclaggio, è stato approvato il 29 agosto dal consiglio dei ministri, ma ancora non è stato ufficialmente incardinato presso la Camera. La pausa di riflessione richiesta servirà per evitare che si arrivi ad avere in due distinti provvedimenti due distinte norme che trattino lo stesso argomento operando, dove fosse necessario, un raccordo.

UNA NORMA A FIRMA DELL’ESECUTIVO – L’intenzione è quella di avere una norma sull’autoriciclaggio che porti la firma dell’esecutivo. La disposizione nella voluntary disclosure, frutto dell’emendamento del capogruppo Pd, Marco Causi, sembra dunque destinata a essere accantonata e a cedere il passo al testo che arriverà nel disegno di legge sulla riforma dei reati economici. Per l’esecutivo, poi, meno importante è il veicolo che conterrà la disposizione. La norma sull’autoriciclaggio, cioè, una volta presentata nel testo del disegno di legge in arrivo sui reati economici potrebbe essere interamente recepita nel provvedimento sul rientro dei capitali e stralciata dal primo provvedimento o mantenuta come disposizione fotocopia in entrambi.

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