Fitch: la deflazione è un rischio per le banche italiane

MILANO PERDE QUOTA, BANCHE IN CALO – Improvvisa gelata sugli indici di borsa italiani, che più che il lieve calo accusato al momento dai future sugli indici di Wall Street, che aprirà tra circa un’ora, sembrano soffrire il report con cui Fitch ricorda come in uno scenario di deflazione le banche periferiche di Eurolandia, come quelle italiane e spagnole, resterebbero quelle maggiormente penalizzate. Così Mediobanca cede l’1,9%, Unicredit l’1,7% , Intesa Sanpaolo e Bpm attorno al 2,5%, Ubi Banca il 2,7%.

FITCH: DEFLAZIONE PENALIZZA BANCHE PERIFERIA UE – La deflazione rischia infatti di interrompere il processo di risanamento delle finanze pubbliche da una parte perché rischia di far aumentare (o almeno non scender altrettanto rapidamente) i tassi di interesse reali sul debito pubblico, dall’altra perché deprimerebbe le entrate fiscali legate alle vendite (a causa del calo dei prezzi di prodotti e servizi).

MENO REDDITIVITA’, PIU’ STRESS – Le banche dei paesi più colpiti, appunto quelli periferici, rischierebbero a loro volta da un lato perché sarebbero più difficili eventuali ulteriori interventi di sostegno da parte dei governi in caso di crisi, dall’altro per il rischio di deflussi di capitali che anziché verso i paesi della periferia dell’Eurozona andrebbero verso altri paesi dalle migliori prospettive macroeconomiche. Il rischio sarebbe dunque quello di ritrovarsi in situazione di maggiore stress a fronte di minore redditività prospettica. Una prospettiva decisamente poco esaltante.

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