Credit Suisse: meglio evitare le banche turche per ora

BANCHE TURCHE, OPPORTUNITA’ O TRAPPOLA? – Dopo i recenti ribassi le azioni di banche turche sono da acquistare o è meglio tenersene alla larga? Se lo domandano in un report  gli analisti del Credit Suisse, che continuano a “non trovare attraente il profilo rischio/rendimento” degli istituti di Ankara “nonostante la recente correzione delle quotazioni”. Il 2014 è stato finora un anno volatile per le quotazioni delle banche turche, ma tali titoli “sono ancora i migliori in termini di performance nell’area Est Europa – Medio Oriente – Africa”, con in più il rischio che un eventuale rialzo dei tassi d’interesse “possa portare a ulteriori revisioni al ribasso delle stime di consenso per il 2015”.

TRE MOTIVI PER GIRARE AL LARGO – Insomma: le valutazioni non sono ancora particolarmente “stracciate”, si nota una mancanza di catalizzatori positivi, il consenso sul Roe di lungo periodo rischia di rivelarsi ancora troppo ottimistico. Decisamente tutti buoni motivi per stare alla larga ma se qualcuno non fosse ancora convinto Credit Suisse ha anche ridotto il giudizio su Vakifbank e Yapi Kredi da “neutral” a “underperform” e quello di Halkbank da “outperform” a “neutral”, migliorando solo quello di Teb, da “underperform” a “outperform”, con Akbank che rimane l’unica blue chip giudicata “outperform” del settore e la più piccola Tskb che sembra offrire il miglior potenziale rialzista.

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