A chi fa male il petrolio a 80 dollari al barile

PETROLIO ANCORA IN CALO – Petrolio sempre sotto schiaffo, con gli operatori che si interrogano se stiano pesando di più i timori di un nuovo rallentamento economico mondiale, sempre più probabile, o la volontà dell’Arabia Saudita di approfittare dello storno per cercare di “rompere” i prezzi e danneggiare i concorrenti statunitensi che con la produzione di greggio da giacimenti di shale gas stanno minando il predominio del paese arabo sul mercato petrolifero mondiale.

NUOVI MINIMI PER BRENT E WTI – Stamane il Brent cede un altro 1,2% a 83,85 dollari al barile dopo aver perso ieri il 4,3% (il peggior calo giornaliero degli ultimi tre anni), mentre i future sul Wti texano lasciano sul terreno un altro 1,3% oscillando appena sopra gli 80,50 dollari al barile. Il movimento ribassista rischia di compromettere non solo l’andamento borsistico dei titoli petroliferi, ma anche di aziende operanti nel settore dei servizi alle major petrolifere o delle energie alternative, procrastinando nuovi progetti di sviluppo o rendendo meno convenienti fonti alternative.

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