La coppia di 80enni investe bene ma è preoccupata da banca e bond internazionali

Siamo una coppia di pensionati che ha superato da poco gli 80 anni, con la casa di proprietà e due figli autonomi. Mio marito e io gestiamo le nostre pensioni che assommano a 1.650 euro al mese. Non abbiamo alcuna propensione al rischio e gli interessi del capitale vengono spesi pressoché totalmente (per salute, casa, nipotini eccetera). Attualmente il nostro patrimonio ammonta a 270mila euro così ripatito: il 41% in BTp Italia acquistati a prezzi di poco superiore al nominale (26mila euro scadenza 26 marzo 2016, 15mila euro scadenza 22 ottobre 2016, 31mila euro scadenza 22 aprile 2017; 15mila euro scadenza 12 novembre 2017; 24mila euro scadenza 23 aprile 2020); il 24% in titoli a tasso fisso (16% in BTp scadenza 2015; 4% BTp scadenza 15 aprile 2016, 4% scadenza 1° agosto 2021); il 9% in CcT eu scadenza 12 dicembre 2015, il 7,5% in obbligazioni Step/Up della nostra banca con scadenza nel 2018 e con rendimento netto 1,85%, l’8,5% in conto deposito vincolato a un anno con scadenza 2 maggio 2015 e con rendimento netto dello 0,92%; il 6,6% nel fondo Templeton Global Bond euro, valore quota 16,18 acquistato nel 2012; il 3,7% nel fondo Arca bond paesi emergenti – valore quote 16,98 acquistato a fine 2013; il 3% circa sul conto corrente.
L’investimento nei due fondi e nelle due obbligazioni bancarie non ci lasciano tranquilli, tanto più che trattasi di una piccola-media banca esposta al giudizio della Bce. Non nascondiamo la nostra impreparazione come è probabilmente ravvisabile nella composizione del portafoglio titoli, ma l’intento è stato quello di diversificare (disposti però a cambiare composizione anche nella preponderante composizione dei titoli di Stato). Siamo fiduciosi in una sua risposta avendo già in passato avuto una Sua opinione con nostra soddisfazione.
Lettera firmata

RISPOSTA – I “puristi” della diversificazione probabilmente criticherebbero la vostra concentrazione del vostro portafoglio nell’emittente Repubblica Italiana e nella vostra banca (la cui solvibilità è strettamente legata a quella del primo) . E avrebbero ragione sotto il profilo dell’esigenza di ridurre la volatilità attesa. Se si verificasse di nuovo uno scenario come quello dell’autunno 2011, un portafoglio assortito di Bund (o di bond emessi dalla BEI, o da altro emittente tripla A in euro) oltre che di BTP, probabilmente vi consentirebbe di dormire sonni più tranquilli (ma è chiaro che dovreste essere disposti ad accettare rendimenti attesi più bassi).

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