A New York non piacciono i segnali da Cina ed Europa

ANCHE WALL STREET PERDE QUOTA – Il rischio che più severe regole sui prestiti da parte delle principali banche cinesi finiscano col vanificare le ultime misure pro-crescita e facciano ulteriormente rallentare la crescita del Pil di Pechino hanno causato stamane un ulteriore netto ribasso dei mercati cinesi (estendendo il calo da inizio 2014, anno che salvo recuperi repentini entro i prossimi 20 giorni si chiuderà col peggior risultato dal 2009), cui è riuscito a sottrarsi in parte solo Hong Kong. Anche per questo dopo una mattinata decisamente sottotono dei listini europei anche Wall Street pare voler tirare il fiato, col Dow Jones che dopo i primi scambi cede l’1%, mentre l’S&P500 oscilla a -1,05% e il Nasdaq arretra dell’1,23%.

LA LIQUIDITA’ SI RIFUGIA SU BOND E ORO – Tra le blue chip americane salgono United Technologies e American Express, mentre perdono subito oltre tre punti McDonald’s, Chevron e Caterpillar. La liquidità in uscita si riversa nei T-bond che così vedono il rendimento del decennale ridiscendere sul 2,21%, mentre quello del trentennale è indicato sul 2,87%. L’oro sale a sua volta a 1219,10 dollari l’oncia (24,2 dollari più di ieri sera), l’argento si riporta a 16,75 dollari (47 centesimi di guadagno) e il petrolio prova a tornare sui 63,49 dollari al barile (0,44 dollari al barile più dell’ultima chiusura).

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