PHOTOGALLERY – Le 5 borse dei Paesi emergenti che sono cresciute di più nel 2014

LA TOP 5 – Mancano poche ore alla fine del 2014 ed è tempo di bilanci anche per i mercati finanziari. Nel 2014 sono stati molti gli eventi a sorpresa che hanno influenzato la salute economica di Paesi in tutto il mondo. A differenza degli investimenti peggiori del 2014, quali sono i Paesi che – nonostante rischi di default, minacce di crollo e difficoltà in politica interna – sono riusciti ad entrare nella Top 5 delle borse mondiali più in crescita nel 2014? Alla domanda ha risposto il sito Forexinfo.it, che ha stilato la classifica in base alla crescita degli indici di ciascun paese. Ecco dunque le migliori borse mondiali per l’anno 2014:


1. Argentina +58.61%
La borsa dell’Argentina (nella foto, una vista di Buenos Aires) è il migliore del 2014: la crescita dei volumi si fermerà per quest’anno attorno al +58.61% (pochi giorni fa era a quota +58,50%). Il Paese è stato minacciato dal rischio di default sul debito, che ha penalizzato sensibilmente il mercato azionario, che nella prima parte dell’anno aveva visto una forte crescita.


2. Cina +50.27%
L’economia della Cina nel 2014 ha avuto gli occhi puntati dagli investitori di tutto il mondo: la crisi dei mercati emergenti però non ha intaccato la potenza cinese (nella foto, una vista di Shanghai). A causa della riduzione di liquidità voluta e praticata dalla Federal Reserve, le economie emergenti hanno sofferto, riscontrando difficoltà nel finanziare la crescita. Le preoccupazione per l’economia cinese ha riguardato un possibile “atterraggio duro” ma la Cina – a differenza di altri Paesi – vanta un surplus nelle partite correnti e una garanzia pubblica pari a 3.800 miliardi di dollari come tutela dalla minaccia di carenza dell’acquisto di titoli da parte della Fed.


3. Venezuela +38.64%
Seguendo la situazione del Venezuela nel 2014, si rende evidente che il Paese abbia vissuto una crisi economica senza precedenti, con un’inflazione in crescita del 5,7% su base mensile, che su base annua esplode al 61,5% raggiungendo livelli da iperinflazione. Il rating sovrano è stato di recente tagliato da Standard & Poor’s a CCC+, ben sette notch in meno del livello minimo dell’investment grade. ll Venezuela (nella foto, la capitale Caracas) è riuscito ad evitare il default rimborsando due bond da 4,5 miliardi di dollari: il primo è pubblico, emesso dal Tesoro per un controvalore di 1,5 miliardi (il rendimento è schizzato quasi al 58%); il secondo è garantito dalla società statale petrolifera Pdvsa.


4. Egitto +29.41%
Il primo ministro della difesa egiziano, Abdel Fattah el-Sisi, ha vinto clamorosamente le elezioni presidenziali nel mese di maggio 2014. La ritrovata stabilità, sebbene accompagnata da una dittatura mascherata, giustifica il rialzo di investimenti e di fiducia sul Paese. Nonostante i duri scontri con i Fratelli Musulmani e sporadici attacchi terroristici, è prevista per l’Egitto (nella foto, Il Cairo) una crescita che raggiungerà il 3,5% nel 2015 e per poi accelerare successivamente.


5. India +28.54%
Nei primi mesi del 2014 l’India (nella foto, Mumbai) e la sua economia hanno sofferto non poco per l’avvio del tapering negli USA e per i problemi macroeconomici derivanti da un eccessivo deficit delle partite correnti. Grazie però alle previsioni di maggiore stabilità politica, concretizzatesi con la schiacciante vittoria alle elezioni di Narendra Modi, il governo ha iniziato a rilanciare la crescita economica e a raddrizzare le principali voci di bilancio pubblico, come la stessa Federal Reserve si aspettava. Inoltre, la rupia indiana, spinta sui minimi storici contro il dollaro lo scorso agosto, vale il 18% in più rispetto a nove mesi fa ed è ai massimi da giugno 2013 sul biglietto verde.

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