Altro che luce in fondo al tunnel, l’Fmi taglia ancora le stime

ALTRO CHE LUCE IN FONDO AL TUNNEL – La “luce in fondo al tunnel” è sempre più fioca, nonostante il prolungato calo delle quotazioni del petrolio che secondo autorevoli studi dovrebbe tradursi, nell’arco di 12 mesi, in un incremento della crescita del Pil mondiale pari ad uno 0,1% aggiuntivo per ogni 10 dollari al barile di ribasso dei prezzi. Oggi infatti il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha tagliato le sue previsioni sulla crescita mondiale nel modo più marcato degli ultimi tre anni, generando nuove incertezze circa il timing che la Federal Reserve osserverà per il preventivato iniziale rialzo dei tassi ufficiali sul dollaro.

CRESCITA SEMPRE PIU’ DEBOLE PER L’FMI – L’Fmi ora si aspetta che nel 2015 il Pil mondiale cresca del 3,5% e non del 3,8% come ancora pensava in ottobre, mentre per l’anno prossimo si accelererebbe solo al +3,7% e non al +4%. Se a Washington i numeri daranno da pensare a Janet Yellen, a Francoforte Mario Draghi si prepara a dar battaglia a chi come la Germania vorrebbe, se non rinviare ancora il lancio di un quantitative easing da parte della Bce, almeno limitarlo il più possibile, anche a rischio che la misura si dimostri nel concreto inefficace tanto a sconfiggere la deflazione quanto a rilanciare la crescita (che del resto la Bundesbank, in controtendenza con molti altri centri di ricerca, vede in ripresa già nella seconda parte del 2015 e poi in modo più marcato l’anno venturo).

INFLAZIONE AI MINIMI NEI PAESI SVILUPPATI – Per la sola Eurozona ora l’Fmi si attende una crescita del Pil dell’1,2% quest’anno (dal +1,3% della stima precedente), mentre la Cina dovrebbe crescere del 6,8% e non del 7,1% Da notare che sempre l’Fmi (che pure si aspetta che il petrolio a basso prezzo contribuisca tra lo 0,3% e lo 0,7% alla crescita del Pil mondiale) ha tagliato all’1% la previsione di inflazione per i paesi sviluppati nel 2015, la metà delle previsioni precedenti, alzando invece dal +5,6% al +5,7% medio la stima della crescita dei prezzi nei paesi emergenti.

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