Promotori, Conti Nibali tentato da Anasf

CONTI NIBALI VERSO UN BIS ALLA GUIDA DI ANASF? – Elio Conti Nibali torna in pista per la presidenza dell’Anasf? L’ex presidente, in effetti, potrebbe ambire alla successione a Maurizio Bufi alla testa dell’associazione nazionale dei promotori finanziari. Di certo Conti Nibali è oggi più disponibile per l’eventuale incarico (il congresso Anasf per l’elezione dei vertici si terrà nel prossimo novembre, ma la battaglia sulle liste comincerà molti prima) dopo che è “saltato” improvvisamente il suo impegno in politica.

L’IMPEGNO IN POLITICA – Il sindaco di Messina Renato Accorinti, infatti, pochi giorni fa lo aveva pubblicamente indicato come prossimo assessore della giunta. Ma il colpo di scena è arrivato a 24 ore dalla nomina quando Conti Nibali ha rinunciato. “Il percorso che da sempre ho condiviso con te – ha scritto Conti Nibali ad Accorinti in una lettera aperta  – mi impone di ragionare prima di tutto nell’interesse della nostra città, come tu hai sempre detto. La mia nomina per tanti motivi, non tutti da me compresi, ha suscitato opposte reazioni che non mi consentirebbero una serena collaborazione nello spirito di servizio che tutti debbono avere per affrontare le impegnative problematiche di un’amministrazione difficile e complessa. Continuerò sempre Renato, non temere, ad essere al tuo fianco per fare della nostra bella Messina davvero una comunità, come tu non ti sei stancato mai di insegnarmi”.

COSA HA FATTO SALTARE LA NOMINA? – Ma cosa ha fatto saltare la nomina ad assessore dell’ex presidente Anasf? A scatenare le polemiche negli scorsi giorni era stata l’appartenenza in passato di Conti Nibali, esponente dell’alta borghesia messinese, ad ambienti politici di destra. L’accusa è arrivata dal giornalista Antonio Mazzeo – vicinissimo ad Accorinti – che sul proprio profilo facebook ha pubblicato un documento del 1994 sottoscritto, tra gli altri, proprio da Conti Nibali. Nel manifesto, a sostegno della candidatura di Giovanni Davoli a sindaco della città, si legge: “Noi, “ex ragazzi” di destra, negli anni ’60 e ’70 abbiamo combattuto in prima persona contro il comunismo, che allora rappresentava un drammatico pericolo per la civiltà, pagando sempre di persona le nostre scelte nella più assoluta indifferenza dei benpensanti”.

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