Fisco e promotori, il giallo della tassa sui versamenti in contanti

NIENTE TASSA SUL CONTANTE – Il governo sta mettendo a punto una serie di nuove misure su scontrini digitali e fatture elettroniche, nell’ambito dei decreti attuativi della delega sul fisco internazionale approvati dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, che finiranno venerdì in Consiglio dei ministri. Le nuove misure poggerebbero su tre pilastri: scontrini e ricevute digitali, fatturazione elettronica tra private e tracciabilità dei mezzi di pagamento. Il Ministero dell’economia e delle finanze ha invece smentito un’indiscrezione, circolata nelle ultime ore, sull’eventuale introduzione di un’imposta di bollo sui versamenti in contanti superiori ai 200 euro, precisando di “non prevedere l’applicazione di alcuna tassa sull’uso di denaro contante”.

DI COSA SI TRATTA – Secondo l’ipotesi riportata in queste ore, proprio per favorire i pagamenti elettronici il governo vorrebbe introdurreun’imposta di bollo proporzionale ai versamenti giornalieri superiori ai 200 euro. Per fare un esempio, il commerciante che depositerà sul proprio conto corrente il denaro derivante dalle vendite giornaliere, se supera la soglia di 200 euro sarà soggetto all’imposta di bollo.

LE ALTRE MISURE – Il piano dell’esecutivo punterebbe invece a stimolare direttamente i consumatori con l’applicazione di sconti sugli acquisti effettuati con bancomat e carte di credito. Dal canto suo l’esercente potrà poi vedersi riconosciuto un credito d’imposta in rapporto alla quantità dei suoi incassi realizzati con moneta elettronica. Tra le altre misure che vedranno la luce nel prossimo decreto troviamo l’obbligo per commercianti, artigiani e professionisti di memorizzazione e trasmissione telematica al Fisco, entro il 2017, di tutti i corrispettivi giornalieri, abbandonando così in definitiva il classico scontrino cartaceo.

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