Voluntary disclosure, non ci sarà effetto domino

UN’ARMA IN PIU’ – La “voluntary disclosure” interna ha un’arma in più per avere successo: la procedura per il rientro dei capitali non sarà “diabolica”. Non sarà necessario cioè, come un vero e proprio “effetto domino”, regolarizzare tutte le attività non collegabili alla procedura della collaborazione volontaria estera, ma ci si potrà fermare a quelle strettamente connesse. In buona sostanza, se un imprenditore dovrà far emergere degli elementi non regolari, che dipendono, a loro volta, dalle irregolarità del socio, non sarà l’aver dimenticato di inserire, per esempio, la mancata emissione dello scontrino a far saltare tutta la procedura. L’Agenzia delle Entrate al massimo emetterà un avviso di accertamento integrativo successivo.

LA CIRCOLARE IN ARRIVO – Sarà dunque la buona fede del contribuente ad avere il suo rilievo di peso al fine di far scattare o meno le cause ostative della procedura di riemersione dei capitali. È questo uno dei chiarimenti che troverà formalizzazione all’interno delle 60 pagine della circolare dell’Agenzia delle Entrate sul tavolo di Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate, pronta per essere firmata e diramata oggi.

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