Timori di un aumento di capitale dietro il tonfo di Saipem

SAIPEM IN CADUTA A PIAZZA AFFARI – Non è solo la debolezza del petrolio (che oggi risale attorno ai 60 dollari al barile nel caso del Wti e sui 64 dollari al barile nel caso del Brent) a pesare sul titolo Saipem, prossimo a cedere 9 punti percentuali a 10,8 euro per azione (1,05 euro meno della chiusura di ieri sera). Sulla controllata (al 42,93%) dell’Eni pesa anche l’indiscrezione, rilanciata dalla stampa italiana, di un possibile aumento di capitale da lanciare dopo l’estate.

PESA L’IPOTESI AUMENTO DI CAPITALE – L’operazione, sempre secondo voci giornalistiche che Saipem non commenta, potrebbe essere tra gli 1,5 e i 2,5 miliardi a fronte di una capitalizzazione scesa stamane a poco meno di 5,25 miliardi e rappresenterebbe l’occasione per far entrare nel capitale un eventuale nuovo socio industriale estero (oppure un investitore finanziario a lungo termine come il Fondo strategico italiano, controllato da Cdp) oltre che per ridurre il peso dell’indebitamento (4,6 miliardi), finora in gran parte sulle spalle di Eni. Scettici per ora gli analisti, che ricordano come difficilmente Eni uscirà dal capitale a questi prezzi e come esistano altre strade, meno onerose, per rifinanziare il debito.

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