Voluntary anche alle Fiamme Gialle

MODELLO UNIFICATO DELLE VERIFICHE – Le procedure di “voluntary disclosure” saranno trasmesse anche alla Guardia di Finanza. Attraverso l’applicativo informatico Muv (Modello unificato delle verifiche), infatti, gli uomini delle Fiamme Gialle potranno conoscere i soggetti che hanno presentato all’Agenzia delle Entrate l’istanza di collaborazione volontaria ai sensi della legge n. 186/2014.

L’EVENTUALE RINUNCIA – Comunque prima di avviare qualsiasi attività ispettiva a carico di un contribuente, i militari del fisco dovranno accertare se questo ha attivato la procedura di regolarizzazione dei capitali illecitamente detenuti all’estero e/o in Italia. E in caso affermativo, laddove la richiesta di collaborazione volontaria presenti una corrispondenza con gli elementi di rischio in possesso della GdF, rinunciare all’intervento. Ciò in un’ottica di trasparenza e di incentivo alla compliance, senza andare a “disturbare” i contribuenti che si sono autodenunciati all’Ucifi.

LA DIRETTIVA – È quanto prevede una direttiva trasmessa lo scorso 18 giugno dal comandante generale Saverio Capolupo ai comandi regionali. Il documento fornisce istruzioni operative ai reparti territoriali al fine di coordinare le attività ordinarie di controllo con la campagna “straordinaria” di emersione volontaria in corso fino al 30 settembre 2015. Prima di avviare qualsiasi verifica, le Fiamme Gialle dovranno riscontrare attraverso l’applicativo Muv se il contribuente selezionato ha presentato o meno istanza di “disclosure”. In caso negativo, le attività programmate procederanno regolarmente. Viceversa, qualora il contribuente si sia avvalso della procedura, i militari dovranno entrare nel merito della questione prima di decidere il da farsi.

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