RISCHIO DI BOLLE – “Non va tralasciato, infine, il rischio di bolle sui prezzi dei beni e/o degli asset. Tra il 2008 e il giugno del 2015 l’indice S&P500 è cresciuto del 140%, mentre il Pil reale Usa ha cumulato una crescita dell’8% nello stesso periodo. Prometeia conferma i tassi di interesse sugli attuali livelli minimi per l’Ue fino alla fine del 2017, quando il tasso di rifinanziamento principale potrà essere portato a 0,25 per rimanere su tale livello a tutto il 2018. Le condizioni di finanziamento dell’economia rimarranno quindi più che favorevoli con tassi di policy reali negativi in tutto l’orizzonte della previsione. Il superamento della fase più critica per l’Europa vedrà inoltre un nuovo rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro, che a fine 2018 potrà tornare su un rapporto di cambio di 1,15 dollari per euro”, concludono gli analisti.
DOSSIER GRECIA – Dal lato del finanziamento della Grecia si pongono diversi ordini di problemi, secondo gli esperti. “Il sistema bancario greco dovrà essere messo nelle condizioni di funzionare: dovrà essere ricapitalizzato per evitare crisi di insolvenza. È necessaria una ristrutturazione delle scadenze del debito che lasci tre o quattro anni di respiro dai rimborsi, anni durante i quali l’economia greca possa riprendersi e mettersi nelle condizioni di ripagare i debiti senza doverne accenderne altri. La percezione di Prometeia è che, nonostante la bozza di accordo, rimane il problema legato alle scadenze estive e che bisogna affrontare in modo più approfondito la trattativa sul respiro pluriennale da concedere sulle scadenze del debito, come pure il monitoraggio stretto dell’approvazione e dell’applicazione delle misure concordate di bilancio e di riforma più generale del sistema economico. In ogni caso, l’economia greca non potrebbe evitare un nuovo periodo di recessione pesante nel 2015, con una coda nel 2016″.