Marchionne mette in moto l’Ipo della Ferrari

IPO FERRARI, INIZIA IL CONTO ALLA ROVESCIA – Ci siamo: l’attesa Ipo di Ferrari scalda ufficialmente i motori, con la presentazione da parte di Fiat Chrysler Automobiles di un filing model alla Securities and Exchange Commission (Sec) in cui il gruppo italo-americano segnala all’autorità Usa dei mercati finanziari di voler procedere entro il 2016 alla completa separazione del “cavallino” dal resto del gruppo per poi quotarne i titoli sul listino del Nyse (New York Stock Exchange), anche se la sede fiscale resterà in Italia.

SUL NYSE FINIRA’ IL 10% DEL CAPITALE – Secondo Fca la divisione auto di lusso a cui fa capo Ferrari dovrebbe valere oltre 11 miliardi di dollari. Ancora da determinare il numero di azioni ordinarie oggetto della futura Ipo e il range di prezzo ma una nota precisa che si prevede che l’oggetto dell’offerta “non ecceda il 10% delle azioni ordinarie” Ferrari. Per il prossimo sbarco sul listino americano il gruppo si avvarrà di Ubs, Bank of America Merrill Lynch e Banco Santander come joint bookrunner (Ubs svolgerà anche il ruolo di global coordinator).

A EXOR E PIERO FERRARI RESTERA’ IL 45% DEI DIRITTI DI VOTO – Lo scorso anno il gruppo Fca aveva preannunciato di voler quotare un 10% di Ferrari (di cui Piero Ferrari possiede un altro 10%) e di voler distribuire tra i suoi azionisti il rimanente 80%. Nel filing model, che ancora deve essere approvato dalla Sec, il gruppo guidato da Sergio Marchionne segnala che sarà predisposto un “loyalty share plan” che premierà gli azionisti a lungo termine con maggiori diritti di voto e che a tale piano dovrebbero partecipare Exor e Piero Ferrari, cui dopo lo scorporo dovrebbero andare oltre il 30% e circa il 15% rispettivamente dei diritti di voto.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!