Piazza Affari: i fondi sovrani controllano 18,6 miliardi

OSLO, MA NON SOLO… – Nonostante la prima perdita in 3 anni messa a segno dal fondo sovrano norvegese, secondo la banca dati S&P Capital IQ il valore dei pacchetti azionari che il fondo detiene alla Borsa di Milano è cresciuto di circa il 26% con una performance superiore a quella del listino Ftse Mib che, nello stesso lasso di tempo, è salito di circa il 17 per cento. Ma Oslo non è l’unico fondo interessato al listino milanese.

TUTTI PAZZI PER PIAZZA AFFARI – Tra gli investitori “sovrani” che hanno partecipazioni di peso a Piazza Affari, ci sono gli Emirati Arabi che attraverso il fondo Aabar hanno il 6,5% di Unicredit, la banca centrale libica (altro investitore di peso nella banca di piazza Gae Aulenti) e soprattutto la Cina che, attraverso la sua banca centrale (ma non solo), negli ultimi due anni si è affermata come uno degli investitori istituzionali più attivi sulla piazza milanese. In tutto, secondo un’elaborazione che il Sole 24 Ore ha fatto su dati S&P Capital IQ, il valore delle partecipazioni che questi soggetti hanno a Piazza Affari è pari a 18,6 miliardi di euro. In crescita di 6,5 miliardi di euro rispetto ai livelli di inizio anno. In termini percentuali si tratta di un incremento del 56% che è frutto in parte della performance positiva del listino milanese e in parte dell’ingresso di nuovi soggetti, come appunto la Cina.

LA CINA VERSO LE BANCHE – Dopo aver accumulato nel 2014 partecipazioni sopra il 2% nel capitale di Eni, Fca, Saipem, Telecom Italia, Prysmian, Mediobanca e Generali, la People’s Bank of China nel 2015 si è dedicata soprattutto alle banche, comprando il 2% di Intesa, Unicredit ed Mps. Complessivamente il valore delle partecipazioni della Pboc a Piazza Affari è salito di circa 2,2 miliardi di euro.

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