Petrolio sui minimi a 6 anni, la Fed rinvierà aumento tassi?

ECCESSO DI OFFERTA PESA SUL GREGGIO – Sarà anche vero che l’attuale crisi delle quotazioni petrolifere è dovuta più ad un eccesso di offerta, destinato a riassorbirsi nei prossimi 12-18 mesi secondo pressoché tutti gli analisti, che a un calo della domanda (che anzi continua a crescere, sia pure lentamente). Ma i timori di uno squilibrio tra offerta e domanda di petrolio continua a premere sulle quotazioni dell’oro nero, che anzi alcuni segnali giunti negli ultimi giorni dalla Federal Reserve circa il possibile rinvio dell’atteso rialzo dei tassi (fino a poche sedute fa dato quasi per certo per metà settembre) hanno reso ancora più fragili.

PREZZI IN CALO SUI MINIMI A SEI ANNI – A peggiorare il quadro di breve termine contribuisce il fatto che il numero di pozzi in funzione negli Stati Uniti stia nuovamente aumentando, anche se in misura frazionale, cosa che gela per il momento ogni attesa di riduzione dell’offerta, tanto più con l’Opec che continua a superare regolarmente il tetto dei 30 milioni di barili di petrolio estratti al giorno ufficialmente fissato dall’organizzazione viennese. Così stamane il future sul Wti texano oscilla a 39,23 dollari al barile, nuovo minimo degli ultimi sei anni, mentre quello sul Brent del Mare del Nord cala sotto i 44 dollari a quota 43,94 dollari.

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