RACCOLTA BOOM NEL PRIMO SEMESTRE – Raccolta in aumento per l’industria del private equity in Italia, che ha chiuso la prima metà dell’anno con investimenti stabili in ammontare e un netto incremento della raccolta e dei disinvestimenti. Lo rivela il resoconto sul primo semestre di Aifi (l’associazione italiana del private equity e venture capital), che ha raccolto i dati con la collaborazione di Pwc.
BENE ANCHE LA RACCOLTA DALL’ESTERO – Il numero di operazioni è stato pari a 168, con una crescita del 21% rispetto alla prima metà del 2014, mentre l’ammontare investito è sceso del 5%, a 1,787 miliardi. La raccolta ha registrato un aumento del 206%, a 1,671 miliardi. Hanno raccolto capitali dieci operatori, tra cui tre big che hanno contribuito per l’89%. Buoni anche i dati sulla raccolta di origine estera, pari al 43% del totale, ovvero 571 milioni: secondo le stime di Anna Gervasoni, direttore generale di Aifi, a fine anno dovrebbe arrrivare a quasi un miliardo, in linea con i dati del 2014.
VA FORTE IL PRIVATE EQUITY – Secondo il presidente di Aifi, Innocenzo Cipolletta, il boom della raccolta si spiega “con la ripresa economica e un mercato che non offre rendimenti”: per questo gli investitori puntano su asset class come il private equity, che garantiscono ritorni più elevati a fronte di un rischio maggiore.