Anima Holding non brilla a Milano

ANIMA HOLDING PERDE QUOTA – L’apertura in calo di Wall Street pesa sui listini europei e Milano non fa eccezione, con Anima Holding che vede aumentare gli ordini di vendita e cede il 3,58% tornando a 8,22 euro quando sono passati di mano poco più di 1,83 milioni di pezzi. Scarso impatto sembrano aver avuto i dati dei primi nove mesi dell’anno, che secondo gli analisti sono sostanzialmente risultati in linea con le aspettative con un raccolta netta positiva per oltre 7 miliardi (6,5 miliardi un anno prima), un totale delle masse gestite a fine settembre di 64,3 miliardi (57,1 miliardi di fine 2014), commissioni nette per 156,8 milioni (da 131,2 milioni dei primi 9 mesi del 2014).

OFFERTA PER ARCA TROPPO CONSERVATIVA? – I ricavi totali sono saliti del 33%  su base annua a 218,8 milioni e l’utile netto ha segnato 95,9 milioni (113 milioni l’utile netto consolidato normalizzato dei nove mesi, +48% sullo stesso periodo dell’anno scorso). In una nota Marco Carreri, amministratore delegato di Anima Holding Spa, ha ricordato come Anima intenda “perseguire un solido percorso di crescita organica senza trascurare opportunità di aggregazione con realtà simili”. In tale ambito “va inquadrata la proposta non vincolante formulata da Anima Holding ai principali azionisti di Arca per l’acquisto del 100% della società, finalizzata ad un’integrazione tra le due realtà operative nell’ottica di una significativa creazione di valore” che valuta Arca tra 700 e 800 milioni di euro (di cui una componente minima di azioni pari al 25%, il resto in contanti). A questa proposta si contrappone quella dell’americana Atlas Capital che avrebbe offerto 1 miliardo di euro per il 60% di Arca.

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