Nel contempo la rivoluzione digitale fa segnare nuovi record: i correntisti online in Italia sono oltre 17 milioni e, secondo lo studio di Mediobanca appena pubblicato, stanno crescendo al ritmo di 100.000 al mese con il 25% di questi che preferisce gestire il conto solo a distanza. In tale contesto, è chiaro che il ruolo dei consulenti – che siano promotori, bancari o digitali – sta diventando cruciale per orientare correttamente i risparmiatori in un mercato cosi volatile. Noi di BLUE FINANCIAL COMMUNICATION ci siamo impegnati a offrire soluzioni informative per ogni sistema distributivo, coniugando i media tradizionali con quelli più innovativi per essere, a tutti gli effetti, la prima “media & digital company” nel settore dell’editoria finanziaria.
Blue Day”, una quotazione di successo
Il giorno 11 dicembre 2015 sono iniziate le negoziazioni del titolo BLUE FINANCIAL COMMUNICATION alla Borsa di Milano. Simbolicamente abbiamo suonato la campanella e dato l’avvio alle contrattazioni del giorno. È stato un momento molto emozionante che rappresenta un punto di arrivo dopo 20 anni di vita della nostra casa editrice. È stata anche una verifica del nostro stato di salute perché nei mesi precedenti la quotazione abbiamo dovuto un grande lavoro di preparazione documentale, definire una base di investitori istituzionali e il prezzo giusto. Il momento della verità era legato all’accoglienza che il mercato avrebbe riservato all’operazione. E tutto è andato benissimo, con il titolo che è cresciuto oltre il 10% nelle prime ore confermando la validità dell’operazione nel suo complesso.
Ora bisogna continuare a crescere e dare nel tempo conferme del nostro piano industriale innovativo e dei risultati che ne conseguiranno. Oggi lo scenario è piu che mai propizio per chi si occupa di informazione sulla gestione del risparmio, infatti queste settimane sono dominate dalla crisi di fiducia verso il mondo bancario che per anni è stato percepito come sicuro e affidabile per i risparmiatori. Il concetto di gestione dei prodotti diversificati come i fondi comuni si scontrava con la logica del “poco ma certo” di prodotti come le obbligazioni bancarie. Oggi questa convinzione si è dimostrata non vera. Nel contempo lo Stato ha collocato obbligazioni a tassi ridicoli e (con il rischio di svalutazione dei titoli legato a un rialzo futuro dei tassi) molti risparmiatori preferiscono addirittura sottoscrivere Bot con rendimento negativo. I risparmiatori sono confusi e i media spesso alimentano il panico.