BLUERATING Outlook 2016, ecco dove vanno i mercati

Ancora alta volatilità e incertezze dominano i mercati finanziaria in questo inizio 2016. Oltre al crollo del prezzo del petrolio e il rallentamento cinese, anche le tensioni geopolitiche hanno un’influenza negativa sui listini globali. Ecco che allora diventa fondamentale capire dove e come investire per non rischiare di perdere il proprio capitale. A queste domande ha cercato oggi di rispondere l’evento organizzato da BLUERATING “Outlook 32016: dove vanno i mercati?”, a cui hanno partecipato Davide Franchini, sales director di MFS Investment Management, Antonio Bottillo, country head per l’Italia di Natixis Global AM, Ingo Werner, senior portfoglio manager di FIA Asset Management e Davide Renzulli, head of advisory di Columbia Threadneedle Investment.

ALTA VOLATILITA’ – “Per i prossimi mesi”, spiega Davide Franchini, sales director di MFS Investment Management, “ci aspettiamo mercati più volatili di quelli a cui siamo stati abituati negli ultimi anni. Il trend di alta volatilità iniziato a maggio 2015, proseguirà anche per quest’anno. In questo contesto, per quanto riguarda l’azionario, Europa e Stati Uniti presenteranno un’opportunità d’investimento interessante. Sarà essenziale selezionare quei settori che ben sopporteranno e adatteranno a questa volatilità, come per esempio quello dei consumer staples”.

PETROLIO E MATERIE PRIME
– A preoccupare i mercati, secondo Bottillo, è un’altra variabile importante. “Un petrolio a 50 dollari e un cambio euro/dollaro intorno a 1,07 sarebbe un’opportunità per cercare di attivare l’inflazione e tendere agli obiettivi delle banche centrali. Ma purtroppo, non essendo in questa situazione, rende il contesto economico più complicato, anche perché non riteniamo ci siano miglioramenti da questo punto di vista per la prima metà di quest’anno”. Non è un buon momento, insomma, per le materie prime. “Come l’anno scorso”, aggiunge Werner, “rimaniamo negativi anche se la spinta ribassista dovrebbe attenuarsi. In generale, continuano a non vedere nessun driver che possa riportare le materie prima a performance interessanti”.

CACCIA AI RENDIMENTI? – La sfida anche quest’anno sarà trovare rendimenti appetibili sul mercato fixed income. “Per quanto riguarda l’obbligazionario”, fa notare Franchini, “al momento è difficile trovare soluzioni d’investimento che offrono un rendimento costante. Ma nella ricerca dello yield è importante in ogni caso non sacrificare la diversificazione e la liquidità del portafoglio. Puntiamo sull’obbligazionario corporate americano, che offre la miglior combinazione rischio/rendimento”. La prudenza è un paradigma anche per Ingo Werner, secondo cui ci potrebbero essere “grosse minacce quest’anno come per il 2015: basterebbero un paio di giornate di svendita a livello mondiale per compromettere i rendimenti accumulati in un anno. Per questo il consiglio è di restare posizionati su scadenze relativamente brevi, accontentandosi di rendimenti bassi”.

PUNTARE ALL’EQUITY – Insomma, l’azionario resta l’asset migliore anche per il 2016. “Nonostante le incertezze, continuiamo a essere positivi sull’equity rispetto ai bond, seppur con un cauto ottimismo in più rispetto agli scorsi”, sottolinea Renzulli. “Le piazze finanziarie che possono presentare spunti rialzisti sono quelle europee e giapponesi, incentivate dalle politiche monetarie espansive delle rispettive banche centrali, e anche il mercato Uk, che è rimasto un po’ indietro nel corso del 2015. Infine, anche le piazze asiatiche potrebbero avere ritorni positivi”.

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