Equity, lo scenario resta positivo

Fabio Brambilla (nella foto) è portfolio manager di Controlfida, un asset manager specializzato su gestioni alternative a bassa volatilità fondato nel 1976 e pioniere nell’utilizzo delle strategie opzionarie per ridurre la volatilità degli investimenti. I fondi sono distribuiti tramite la rete Banca Generali con soluzioni ideate ad hoc per la banca del Leone. A Brambila abbiamo posto alcune domande su questo difficile inizio anno dei mercati finanziari.
 
Quale la situazione dei mercati azionari nel 2016 e quali le prospettive delle banche centrali?
La recente correzione sui mercati azionari non cambia la nostra visione cautamente positiva sull’andamento dei mercati azionari, in particolare in Europa. Riteniamo che il permanere nel 2016 dell’enorme liquidità connessa alle politiche monetarie espansive delle banche centrali unitamente alla maggior solidità del sistema finanziario rispetto al 2008, siano elementi molto favorevoli nell’attuale situazione.

Come vedete il comparto obbligazionario?

Già nel 2015 pensavamo che i mercati obbligazionari avessero un profilo rischio/rendimento poco interessante sia per il livello dei tassi che per quelli di credit spread. Ad oggi siamo preoccupati da un altro rischio poco menzionato che è il rischio di liquidità: il mercato secondario potrebbe avere problemi ad assorbire gli ingenti volumi che ci si può aspettare in vendita in caso di uno shock dei mercati.

Quale è la vostra asset allocation “ideale”?

Alla luce dei recenti ribassi azionari suggeriamo ai nostri clienti di essere esposti almeno al 50% al settore azionario (in particolare area Europa) attraverso fondi a bassa volatilità. I fondi azionari a bassa volatilità permettono di assorbire l’eventuale primo ribasso dei mercati, elemento molto importante in contesti volatili come sara’ il 2016. Consigliamo di sostituire il reddito fisso in generale, in particolare le obbligazioni corporate e high yield, con fondi alternativi a rendimento assoluto (oggi disponibili in formato Ucits anche per la clientela private banking) che dovrebbero rappresentare un 20/25% dell’asset allocation. Tra questi menzioniamo i fondi che monetizzano la volatilità, particolarmente efficaci in questi contesti di mercato e i fondi global macro, che prendono posizioni anche ribassiste alla ricerca di un rendimento indipendente dall’andamento dei mercati. Il restante 20% dovrebbe rimanere in cash per approfittare di eventuali ribassi repentini come accaduto in questo inizio 2016.   

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