Bolle finanziarie spesso positive per l’economia reale

IL RUOLO DELLE BOLLE – Malgrado i loro eccessi colmi di sprechi, le bolle sono state motori indispensabili di progresso economico. Tale considerazione, che può sembrare un paradosso, è uno dei contributi più rilevanti forniti da William H. Janeway, personaggio di spicco del venture capital statunitense, in “Fare capitalismo nell’economia dell’innovazione”, edito in Italia da Franco Angeli. Come scrive Janeway, “a monte del processo tramite il quale l’economia del mercato ha subito una nuova trasformazione, lo Stato ha permesso indirettamente i monopoli che hanno finanziato la ricerca e l’invenzione attraverso i loro profitti, e successivamente si è preso la responsabilità diretta di investire nella ricerca quando quei monopoli sono venuti meno a causa di nuove leggi o della concorrenza. E a valle, in momenti critici della storia, la formazione di una bolla nei mercati finanziari ha fornito i fondi necessari per costruire ed esplorare il nuovo spazio economico prima che si potesse operare qualsiasi calcolo razionale per quantificare i rendimenti che si sarebbero potuti ottenere sfruttandolo”. Più e più volte, a motivare gli imprenditori che hanno investito negli asset reali che incarnavano la frontiera tecnologica è stato proprio il fatto che gli investitori finanziari avessero l’opportunità di vendere azioni in un mercato in rialzo.

LA BOLLA ATTUALE – Un primo passo per comprendere le dinamiche delle bolle è quello di distinguere le conseguenze degli eccessi speculativi nei mercati creditizi da quelli nei mercati azionari. Infatti solo le tensioni sul sistema del credito danno luogo alle grandi crisi finanziarie e alle successive contrazioni dell’economia reale. Nonostante un aumento degli spread high yield ed un aumento del numero dei default (da ultimo Energy XXI e SandRidge Energy, che insieme hanno un debito di 7,6 miliardi di dollari, la scorsa settimana non hanno pagato gli interesse sul debito) la bolla legata al settore dell’estrazione (oil & mining) al momento non ha avuto ripercussioni rilevanti sul mercato del credito, ma solo sull’azionario. L’abbassamento delle quotazioni dei prodotti derivati dal settore estrattivo e petrolifero consentirà un aumento della fiducia dei consumatori, della spesa delle famiglie ed un salutare incremento del processo di deleverage del settore privato in occidente, tuttavia per le caratteristiche poco innovative in termini di tecnologia del comparto difficilmente consentirà la nascita di nuovi player o segmenti di mercato, come accaduto a seguito della bolla delle dot com.

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