Combattere la deflazione con la flessibilità del debito

LA RIGIDITA’ DEL DEBITO – I timori della deflazione sono giustificati dall’elevato livello di indebitamento presente, piuttosto che dal mero effetto di rinvio dei consumi. In futuro sarà auspicabile introdurre una maggiore flessibilità negli strumenti di debito. “Se vogliamo aggiustare il sistema finanziario ed evitare il doloroso alternarsi di boom e crisi che stanno diventando troppo frequenti, dobbiamo risolvere il problema fondamentale: la scarsa flessibilità dei contratti di debito”, questa la conclusione a cui giungono Atif Mian e Amir Sufi in “La casa del debito”, edito da Il Saggiatore, a oggi l’analisi più completa in merito agli effetti negativi derivanti dalla rigidità del debito.


I SUSSIDI NASCOSTI
– Lo sviluppo del mercato del debito, rispetto a quello del capitale di rischio, non è solo dovuta alla preferenza degli investitori per le attività a basso rischio, in grado di mantenere intatto il proprio valore, ma risulta anche dettata dalla presenza di sussidi pubblici al finanziamento con capitale di debito. Per esempio, quando la crisi finanziaria è entrata nel vivo nel settembre del 2008, il Tesoro degli Stati Uniti è intervenuto per garantire i fondi di mercato monetario. “Adesso tutti gli investitori sanno che questi fondi godono di una garanzia implicita del governo. Il loro desiderio di investire in fondi monetari non è una preferenza innata, ma una semplice reazione a un sussidio pubblico”, spiegano gli autori.
 
L’ASSENZA DEL GOVERNO PORTA A UNA CRISI – Uno studio di Annette Vissing-Jorgensen e Arvind Krishnamurthy sottolinea come le crisi finanziarie siano precedute dal tentativo del settore bancario di produrre attività sicure quando l’offerta di debito pubblico a breve termine è carente; questo tentativo fallisce e si produce una crisi finanziaria. Per esempio, l’offerta di Mbs inizialmente si era limitata ai mutui che dovevano soddisfare rigorosi requisiti in termini di ammontare e qualità creditizia. Ma quando alla fine degli anni novanta la domanda globale di titoli statunitensi a basso rischio crebbe significativamente, l’accresciuta domanda poteva essere soddisfatta unicamente dal settore privato, a condizione che riuscisse a creare Mbs a basso rischio a partire da un portafoglio di mutui di non elevata qualità creditizia, dando il via allo sviluppo del mercato delle cartolarizzazioni.

PROPOSTE
– L’indicizzazione del valore del debito a indicatori economici che porti a una maggiore condivisione del rischio tra creditore e debitore su contratti attualmente rigidi, quali per esempio debiti studenteschi, mutui e obbligazioni (a riguardo si segnala la sperimentazione in merito ai warrant argentini a seguito delle ristrutturazioni del 2005 e 2010) consentirebbe una stabilizzazione dei mercati nelle fasi di crisi e renderebbe il sistema economico meno esposto ai rischi della deflazione.
 

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