Banco Popolare e Bpm in ripresa, come si scioglierà il nodo-Bce?

BPM-BANCO POPOLARE, LA BCE PUNTA I PIEDI Bpm e Banco Popolare provano a scuotersi e approfittando del generalizzato sentiment positivo che anche oggi prevale sul comparto finanziario del listino di Milano entrambi i titoli recuperano terreno. Dopo l’incontro dello scorso 9 marzo dei vertici delle due banche con la Vigilanza Bce, tuttavia, sembrano aumentate le difficoltà di un via libera al matrimonio tra le due banche. Oltre ai rilievi già noti sulla governante, Eurotower avrebbe condizionata l’autorizzazione all’operazione a un aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro da realizzare contestualmente alla fusione, esito che se confermato potrebbe significare la fine delle nozze bancarie finora caparbiamente inseguite dai due istituti.

AUMENTO O CESSIONI PER 1,5 MILIARDI – In alternativa secondo alcuni potrebbero essere effettuate delle cessioni per rafforzare il patrimonio e consentire di accelerare la cessione di crediti in sofferenza. Tra gli asset cedibili gli analisti indicano Agos Ducato (Banco Popolare è azionista al 39% con un valore di carico di 700 milioni), Aletti Sgr (che ha masse gestite per 17 miliardi di euro circa) e una quota di Anima Holding (di cui Banco Popolare è socio al 16,85% con un valore di carico di 132 milioni). Se realizzate in tempi rapidi e su valori in linea con le migliori stime che attualmente circolano sul mercato tali asset potrebbero effettivamente arrivare a valere attorno agli 1,5 miliardi, sarà questa la strada per non far naufragare l’agognato matrimonio?

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