Le small cap della City hanno superato la paura della Brexit

LE PICCOLE AZIENDE INGLESI SONO IN SALUTE – Le mosse della Banca d’Inghilterra e la resilienza dell’economia britannica, che per ora non mostra di aver sofferto danni dalla vittoria del “sì” alla Brexit nel referendum dello scorso 23 giugno, sono stati gli ingredienti ideali per far correre le quotazioni delle small cap britanniche. Secondo quanto nota l’agenzia Bloomberg, dalla data del referendum ad oggi il Ftse Small Capitalisation Index Ex Investment Trusts è salito del 4,1%, superando i guadagni del Ftse 250 e del Ftse 100, dedicati alle mid e big cap britanniche.

LA PAURA DELLA BREXIT SEMBRA RIENTRATA – I più recenti dati macro, come quello sull’andamento delle vendite al dettaglio, che a luglio hanno toccato i livelli più alti dal 2002 a oggi, mentre la Bank of England ha già tagliato il tasso ufficiale sulla sterlina e riavviato il programma di quantitative easing, hanno per ora relegato in un angolo l’ipotesi di una rapida caduta in recessione dell’economia inglese (favorendo al contempo l’ulteriore irrobustimento della crescita di Eurolandia), cosa di cui le small cap di Sua Maestà, che rispetto ai titoli di maggiori dimensioni offrono ad oggi un rendimento superiore in termini di dividendi, hanno saputo approfittare, vedendo le proprie quotazioni recuperare rapidamente lo scivolone che era seguito all’esito del referendum, per poi guadagnare ulteriore terreno.

POSSIBILI PREDE DI ACQUISIZIONI – Mentre non è certo che lo scenario sia destinato a restare rose e fiori, molte piccole imprese britanniche possono vantare un altro vantaggio che le rende più desiderabili dei grandi gruppi agli occhi degli investitori, se lo scenario peggiore post-Brexit non si dovesse realizzare, come pare: possono rivelarsi bersaglio di operazioni di fusione e acquisizione da parte di altri gruppi nazionali o internazionali, specialmente ora che la sterlina, finora unica vera vittima della vittoria della Brexit, si è indebolita nei confronti sia dell’euro sia soprattutto del dollaro, rendendo acquisizioni in terra britannica più vantaggiose che in un recente passato.

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