Bond “matusalemme”: cosa si rischia in caso di rialzo dei tassi

LA BCE PENSA AL TAPERING? – La voce di un possibile avvio di un processo di “tapering” (progressivo rallentamento degli acquisti mensili di bond sul mercato) da parte della Bce, per quanto smentita ufficialmente da un portavoce, pesa stamane sul mercato secondario dei titoli di stato italiani, che così vedono un ulteriore rialzo dei rendimenti del decennale guida a 10 anni all’1,32%.

TREMANO I BTP A LUNGO TERMINE – Se il trend dovesse proseguire, per gli investitori professionali (fondi pensione, assicurazioni e società di gestione) che ieri si sono strappati di mano il nuovo Btp a 50 anni (5 miliardi emessi a fronte di domande per oltre 18,55 miliardi), collocato tramite un sindacato bancario al tasso lordo a scadenza del 2,85%, potrebbero essere guai seri, così come per i loro sottoscrittori.

RISCHIO ELEVATO PER BOND MATUSALEM – Va infatti ricordato che nel caso dei titoli a reddito fisso come i Btp ogni movimento al rialzo dei tassi produce un movimento inverso dei prezzi del titolo, in base ad un moltiplicatore calcolato sulla base della “duration” (vita residua) del titolo stesso, dunque particolarmente ampio nel caso dei bond “matusalem” di durata ultralunga.

BTP A 50 ANNI POCO ADATTO AL RETAIL – In particolare il nuovo Btp italiano a 50 anni, scadenza 1 marzo 2067 e cedola del 2,80% staccata a cadenza semestrale, che sarà negoziabile in borsa per tagli di 1.000 euro con multipli aggiuntivi di 1.000 euro, presenta al momento una duration di 27,42 anni. Pertanto nel caso di un rialzo dei tassi dell’1% il prezzo del titolo si ridurrebbe, ad oggi, del 27,4%. Non proprio lo strumento ideale per il portafoglio di un investitore retail, tanto più se convinto di aver investito in uno strumento a basso rischio.

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