Poste Italiane e Mifid 2, ancora tensione tra i consulenti finanziari

Niente “tutoraggi illogici e forzati”. E’ l’espressione usata da Giuseppe Lanzafame (nella foto), segretario in Sicilia della Slp-Cisl, una delle maggiori sigle sindacali nel gruppo Poste Italiane, in un comunicato dai toni accesi diffuso il 22 gennaio scorso. In particolare, Lanzafame punta il dito contro ciò che è avvenuto a partire da gennaio nella rete di consulenti finanziari che offrono prodotti e servizi di investimento all’interno degli uffici postali. Come documentato da Bluerating nelle scorse settimane (si veda qui la notizia), alcuni dipendenti delle banche e delle Poste non hanno più i requisiti per prestare servizi di consulenza finanziaria ai sensi della Mifid 2, poiché non possiedono i titoli di studio adeguati o non hanno abbastanza anni di esperienza professionale.

Alcuni di loro sono stati dunque affiancati da dei tutor che li assistono in diverse fasi operative, soprattutto nella profilatura dei clienti prevista dalla Mifid 2. E’ proprio su questo punto che Lanzafame, in rappresentanza dei dipendenti siciliani di Poste Italiane, ha mosso diversi rilievi all’azienda, parlando di un vero e proprio pastrocchio. Nello specifico, secondo la Slp Cisl, si verifica spesso l’intromissione nel lavoro dei consulenti finanziari delle Poste di persone “distanti fisicamente dalla trattativa e dalla proposizione”.A livello nazionale, invece, c’è stata di recente la presa di posizione di altre due importanti sigle sindacali: la Uil Poste e la Cgil Slc.

Entrambe hanno diramato un comunicato congiunto in cui parlano di indebite pressioni commerciali dell’azienda sui consulenti che operano negli uffici. “Nel merito, oltre alla pressione relativa al raggiungimento degli obiettivi commerciali che si inasprisce in maniera esponenziale su tutti i territori con toni sempre più aggressivi e intimidatori”, recita il comunicato, “si aggiungono iniziative che impongono ai dipendenti comportamenti nei confronti della clientela che si distanziano dalla logica della fiducia e della corretta etica del lavoro”.


Le logiche un po’ troppo orientate alla vendita, a quanto pare, per il sindacato non sono venute meno con l’entrata in vigore della Mifid 2. “Abbiamo ricevuto dal territorio diverse segnalazioni di colleghi che lamentano queste pressioni”, dice a Bluerating.com Claudio Solfaroli Camillocci (nella foto), segretario generale della Uil Poste, “e abbiamo voluto sensibilizzare l’azienda su un tema così delicato, anche in vista del piano industriale del gruppo che verrà presentato il mese prossimo e che punta molto sulla vedita di prodotti finanziari”.

CLICCA QUI SOTTO PER LEGGERE I COMUNICATI DIRAMATI DALLE SIGLE SINDACALI

 

Poste Mifid 2 Sicilia

PRESSIONI COMMERCIALI230118

 

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