Dopo l’exploit delle proposte di investimento in materia di criptovalute, tema sul quale la stessa Consob aveva posto il faro qualche settimana fa, iniziano a emergere operazioni di “contenimento” razionale della pubblicità dedicata, data la ben nota deriva scam di parte di questa.
A prendere posizione in tal senso è il gigante dei social network, ovvero Facebook, che ha annunciato di recente, ripreso dal Washington Post, che non pubblicherà annunci per prodotti finanziari che sono frequentemente associati a pratiche promozionali o ingannevoli, in particolare valute virtuali e offerte iniziali di monete, una tattica di raccolta fondi utilizzata dalle nuove criptovalute per attirare nuovi investitori. Il divieto di Facebook arriva nonostante l’amministratore delegato Mark Zuckerberg abbia recentemente sposato i potenziali benefici delle criptovalute, (all’inizio dell’anno ha affermato che tendenze come la criptovaluta “prendono il potere dai sistemi centralizzati e le rimettono nelle mani delle persone” e che studieranno come potrebbero essere utilizzate su Facebook), una scelta che ribadisce quindi la netta distinzione tra il valore delle criptovalute e il tema delle truffe a esse associate.
“Vogliamo che le persone continuino a scoprire e conoscere nuovi prodotti e servizi attraverso le pubblicità di Facebook senza temere truffe o inganni“, ha scritto Rob Leathern, un direttore di gestione prodotti di Facebook, in un post su Twitter (!). Come dargli torto, verrebbe da dire. Anche nella scelta di usare Twitter.