LA VALUTA – Da ieri anche il Venezuela ha la sua criptovaluta, il Petro, una moneta digitale garantita dal petrolio che nei fatti, come spiega Il Sole 24Ore, è uno strumento del regime chavista per cercare di aggirare le sanzioni occidentali. L’operazione prevede l’emissione di cento milioni di petro-token, ciascuno garantito da un barile di greggio, per un valore totale che nelle stime del governo di Caracas sarà pari a 6 miliardi di dollari. Ma i dubbi sull’operazione non mancano, a partire dalla reale copertura di greggio, che non sarebbe sufficiente e garantire l’emissione del Petro: si tratterebbe infatti di petrolio non ancora estratto dal pozzo Ayacucho 1 nell’Orinoco e per di più non nella completa disponibilità di Caracas, essendo estratto da una joint venture. Il Petro è stato collocato da ieri al valore del barile di greggio, pari a 60,40 dollari sulla base della media delle quotazioni della scorsa settimana per un totale di poco superiore ai sei miliardi.