Cobra, la prossima sfida si chiama Pechino

Hedge ha intervistato il cfo del gruppo, Fabrizio Nardi, che spiega i “benefici” della quotazione.

Quali sono i mercati geografici in cui opera Cobra?

In termini geografici il gruppo di Varese opera in Europa e Asia: nel vecchio continente, in particolare, Cobra lavora con tutte le principali case automobilistiche giapponesi ed europee comprese case blasonate come Ferrari, Porsche, Bentley a cui fornisce i sistemi di antifurto satellitari. Ma è soprattutto l’enorme bacino asiatico a rappresentare la sfida futura dell’azienda che presto avrà il suo cuore operativo in Cina, a Pechino, dove verrà realizzato uno nuovo stabilimento gemello a quello di Varese.

Perché avete deciso di aprire il capitale ad un fondo di pe e perché avete scelto Synergo SGR?

Prima della quotazione in Borsa la società aveva bisogno di risorse per procedere alla propria espansione che sarebbe avvenuta attraverso acquisizioni in Europa e attraverso lo sviluppo in Cina. Per questo motivo, invece di andare sul mercato del debito, abbiamo deciso di puntare sull’equity con la conseguente quotazione al segmento Star di Borsa Italiana avvenuta il 12 dicembre 2006. Successivamente alla quotazione, diversi fondi di private equity ci hanno contattato proponendoci diverse operazioni tra cui alcune di grande respiro che includevano il delisting della società. Cobra però non è mai stata interessata a queste opzioni. Negli ultimi mesi, infine, sono iniziati i colloqui con Synergo SGR che ha dimostrato da subito un forte interesse verso il nostro business e verso i valori dell’azienda. Su queste basi e grazie all’ottimo rapporto di fiducia venutosi a creare con il presidente e amministratore delegato di Cobra (Serafino Memmola e Carmine Carella, che sono anche i due principali azionisti con rispettivamente il 50% e il 10% del capitale) Synergo SGR ha deciso di investire su di noi.

Negli ultimi 12 mesi il prezzo di Cobra è sceso notevolemente rispetto il collocamento: avete mai pensato al delisting della società?

No. La scelta di “delistarsi” è spesso e volentieri una decisione personale dell’imprenditore di riferimento, a volte spinto da logiche di convenienza personale e finanziaria. Il problema del prezzo di Borsa è duplice: nel senso che sia quando è molto elevato sia quando a sconto offre un’immagine distorsiva del valore dell’azienda. La quotazione di Borsa comunque (se molto al di sotto dell’Ipo) può rappresentare un problema serio solo nel caso in cui la società debba andare sul mercato dei capitali.

Quindi un giudizio positivo sulla scelta di quotarsi?

Ritengo che solo attraverso una presenza nutrita di società in Borsa il mercato può diventare uno strumento importante sia per le aziende che per il sistema paese. Cobra in questo senso vuole rimanere coerente con la scelta fatta nel 2006 e quindi rimanere quotata. Nel nostro caso, inoltre, la Borsa è stata molto utile anche per il business del gruppo: ricordo infatti di una casa d’auto che non lavorava con noi ma che ci ha visti e conosciuti grazie alla visibilità della Borsa e ora abbiamo un progetto in cantiere.

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