Prove tecniche di riduzione dei consumi petroliferi

Questo è il tema su cui il mercato sta provando nelle ultime ore a scommettere con una discesa dei titoli legati all’estrazione e con una crescita dei titoli cinesi legati alla raffinazione, sino ad oggi fortemente penalizzati dall’impossibilità di trasferire i rincari del petrolio direttamente ai consumatori. Ma la realtà cinese non è mai quella che sembra a noi occidentali.

Proprio ieri la Banca mondiale ha previsto che il PIL della Cina nel 2008 crescerà del 9,8% rivedendo al rialzo la stima diffusa ad aprile, che era del 9,4% e motivando il rialzo delle previsioni con la forte crescita del settore dei servizi.

Con queste previsioni possiamo pensare ad una riduzione di consumi petroliferi dato che in Cina il settore dei servizi “usa” mediamente più petrolio che carbone rispetto al settore industriale?

Nel momento in cui la Cina annuncia le sue misure volte a ridurre i consumi, Bush lotta con il Congresso, per togliere la moratoria sulle perforazioni offshore nelle coste statunitensi, finendo ovviamente su tutti i giornali e facendo discutere l’America intera.

Risvolti pratici previsti ? Ovviamente nessuno dato che nell’improbabile ipotesi di una ripartenza delle perforazioni offshore non avrà un impatto significativo sulla produzione interna di petrolio e gas prima del 2030.

Bisogna che tutto cambi perché tutto resti com’è.

Intanto questa mattina la polizia sta fronteggiando duramente migliaia di manifestanti che, esasperati dalla crisi economica e dall’aumento dei prezzi, hanno inscenato oggi a Bangkok una protesta contro il governo thailandese.

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